FOGLIO LAPIS - GIUGNO - 2017

 
 

La singolare rivolta di una bambina scozzese contro l'uso delle punizioni indiscriminate di tutta la classe per le infrazioni commesse da alunni rimasti sconosciuti – La punizione collettiva, argomenta la piccola, va considerata semplicemente un crimine di guerra, ricade dunque nell'ambito dei comportamenti collocati al di fuori del diritto internazionale – Centinaia di commenti online, il più entusiasta: fatela primo ministro!

 

Devo sgridarla o devo offrirle un gelato? É quanto si chiede Gavin Bell, padre di una bambina scozzese di undici anni autrice di un'osservazione davvero singolare. La vicenda si svolge in una scuola primaria di Glasgow. É ormai una consuetudine: qualcuno dei compagni commette un'infrazione e poiché rimane sconosciuto l'insegnante punisce l'intera classe. É proprio contro questo istituto della punizione indiscriminata che la piccola Ava impugna la matita. Per manifestare la sua protesta approfitta di un formulario che è stato sottoposto alla classe per sondarne gli umori. Una delle domande invita gli alunni a segnalare che cosa, a loro parere, l'insegnante potrebbe fare meglio. La risposta di Ava Bell è sorprendente: Non dovrebbe usare la punizione collettiva perché non è leale per i molti che non hanno fatto niente, e secondo la Convenzione di Ginevra è un crimine di guerra.

Il padre, uno scrittore che si firma con lo pseudonimo di Mason Cross, affida alla rete, attraverso Twitter, lo sfogo legalitario di Ava, che raggiunge in pochi giorni 400 mila utenti. I commenti arrivano a centinaia, e come sistematicamente accade in questi casi all'ammirazione per lo spirito e la precocità della piccola ribelle si accompagnano anche sospetti e insinuazioni malevole. Si vergogni, è arrivato a scrivere qualcuno, accusando Gavin Bell di essere in realtà proprio lui l'autore della frase, di avere dunque sfruttato sua figlia per farsi pubblicità in rete. Poiché la Gran Bretagna è sotto elezioni qualcuno non manca di raccomandare la piccola per il ruolo di primo ministro. Al che il padre risponde che effettivamente Ava ha preso in considerazione questa possibilità, ma la considera una noia e dunque l'ha esclusa dal suo futuro.

Si ignora la reazione dell'insegnante presa di mira, vogliamo sperare che sappia far tesoro di un simile suggerimento didattico illustrando, per esempio, la pratica della decimazione in uso nelle legioni romane, e del resto sopravvissuta fino alle guerre del Novecento. O quel principio del diritto secondo cui la responsabilità penale è personale. Per quanto riguarda il dubbio se la bambina vada sgridata o premiata, il responso della rete è quasi univoco a suo favore. E così ecco un altro post del padre di Ava, con la scritta solenne Il popolo ha deciso e una foto della bambina che impugna sorridente due grandi coni gelato.

 

 

                                                          f. s. 

                                         

    


                                                  

 
 

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