FOGLIO LAPIS - SETTEMBRE - 2001

 
 

Educazione alla legalità e ricerca di un rapporto fra scuola e mondo produttivo: la nostra campagna di sensibilizzazione e di stimolo è stata accolta da vasti consensi – Attendiamo ora che questi consensi si traducano in programmi e linee d’azione – L’obiettivo è di ampio respiro: si tratta di diffondere fra i nostri ragazzi il rispetto della legge e una concreta cultura del lavoro

 

I semi sono stati gettati, con impegno e serietà. Non potremo certo dimenticare le migliaia di chilometri percorsi con la macchina lungo le strade d’Italia per incontrare personalmente in una trentina di città dal nord al sud i rappresentanti degli artigiani e i magistrati. Due progetti: lavoro e legalità , che se saranno realizzati cambieranno forse radicalmente la vita e il futuro di molti ragazzi. Forse parecchi hanno pensato che nella Lapis ci sono dei presuntuosi. Qualcuno ci ha accusati di voler ripristinare il vecchio “avviamento”, data l’attenzione che noi proponiamo a proposito della cultura del lavoro già nella scuola dell’obbligo; qualcun altro ci ha pure detto che la formazione di cui parliamo era stata pensata, e ci avevano pure lavorato.

Sarà, l’Italia è abbastanza grande perché certe sperimentazioni validissime magari finiscano per perdersi nella marea delle notizie provenienti dalla scuola, e che da noi sicuramente, a parte l’inizio e la fine dell’anno scolastico, non è che abbiano una grande eco sulla stampa. Niente, per esempio, a confronto dell’elezione di Miss Italia. Purtroppo di questi tentativi fatti, almeno a parole, non abbiamo trovato molte tracce. Ovunque abbiamo rilevato che i ragazzi nel periodo della scuola di base non acquisiscono di certo neanche la più pallida idea di ciò che significhi cultura del lavoro e tanto meno legalità, nemmeno nel senso più ovvio del termine.

Questa è l’unica realtà con la quale ci siamo confrontati, per affrontarla abbiamo cercato di dare il nostro apporto di idee e di suggerimenti. Non solo, ma saremmo ben lieti se domani la scuola stessa o qualunque altro Ente assimilasse a tal punto i nostri progetti da renderli propri. Qualunque cosa, pur di raggiungere lo scopo di dare ai nostri figli, anche a quelli cui non interessa proseguire gli studi o non possono permettersi di farlo, un futuro dignitoso di lavoro con la coscienza di che cosa significhi vivere ed operare nella legalità. E non si dica mai che noi rimpiangiamo il bel tempo che fu: la vecchia scuola è quella in cui si formarono tutti coloro che oggi pensano di essere furbi imbrogliando lo Stato, e quelli che operando all’interno delle istituzioni perseguono soltanto i propri personali interessi.

 

 

Marilena Farruggia Venturi

(Presidente della Lapis)

 
 

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