FOGLIO LAPIS - SETTEMBRE 2000

 
 

Dalla scuola materna fino alla media, dieci anni di inesauribile creatività espressiva - I risultati a dir poco sorprendenti di un laboratorio di Fantastica congegnato in un plesso scolastico di Castiglion Fiorentino (Arezzo) - Che cosa succede a maggio quando "apre il mare"? - Un esempio di come si possono leggere le fasi lunari

 

Le prime espressioni possenti di Paolo furono le seguenti: "Io sono molto indicativo, perché indico bene la destra e la sinistra", "la luna quando cammina, mette fuori i corni come una lumaca". E per la luna piena l'espressione fu: "Finalmente s'è fatta coraggio! Ha buttato fuori tutta la faccia". Disse anche: "Per uccidere le zanzare, basta mettere le scarpette alla finestra. Loro sentono che puzzano e moiono di gelosia". Ma l'espressione più bella fu: "A maggio apre il mare". . .

Paolo ha sei anni. Lo scorso anno scolastico (1999/2000), frequentava la prima elementare, a Castiglion Fiorentino, proprio sotto il "Castello stradale" di Giovanni Acuto: il condottiero ritratto a cavallo da Paolo Uccello sulla parete di sinistra (entrando) del duomo di Firenze.

La scuola elementare di Castiglion Fiorentino è proprio sotto il "Castello stradale" di Giovanni Acuto, la materna uguale. Sono separate l'una dall'altra dalla sgtrada statale per Arezzo o Cortona, a seconda del verso di percorrenza.

In queste due scuole ho congegnato un laboratorio di Fantastica durante lo scorso anno scolastico, progettato in modo da interessare anche le ragazze e i ragazzi della scuola media di Castiglioni, lungo l'arco d'età 3/4 anni - 13/14. Favorito dal fatto che materna, elementare e media sono unite in un unico plesso.

Il congegno adatto allo scopo che mi ero prefisso, scattò la prima volta che arrivai in ritardo e mi giustificai dicendo: "Ho beccato i semafori rossi!"…

Ora, attenti a come proseguo.

I bimbi della materna restarono molto sorpresi scoprendo che i Nibbi sono falchi anche reali, non solo nominali, e si nutrono beccando i semafori rossi. Il più acuto divenne il bambino che disse che il semaforo era un albero che segna le stagioni-stradali. Si chiamava già Giovanni, e divenne lui Giovanni Acuto, il signore dell'unico Castello-stradale che esiste nel pianeta delle stagioni-stradali.

Feci scattare la trappola del laboratorio tutte le volte che volevo prendere le espressioni più vive dette dai bimbi alla materna e portarle all'elementare, e viceversa. Una volta scambiai alcune espressioni felici con una topolina vivente catturata da un ragazzo di prima media. Così portai il gioco all'interno di Castiglioni, in via Dante, dove c'è la scuola media. Dove ragazze e ragazzi della I C congegnarono insieme a me questa poesia collettiva:

 

Quand'ero ragazzo

vidi un Nibbio

che aveva catturato una Topolino

e un uomo

con un'Alfa in bocca

che fumava

perché aveva fuso

il motore

e la Topolino

girava in folle

le ruote dallo spavento…

Non c'era vento.

 

Chiesi loro: "Come dobbiamo chiamare questo congegno di Fantastica?". Una ragazza dette il titolo giusto: "Passato remoto".

A questo punto, lungo l'arco effettivo dei loro 10 anni, tutti da sfruttare, dalla materna alla media, come un giacimento petrolifero, avevo a disposizione l'espressione possente di Paolo: "Io sono molto indicativo" e la capacità di Marta di trovare un titolo partendo da un passato remoto. Era questo il congegno che mi permetteva di seguire il "pensiero divergente" con movimenti fisici effettuati sopra il pianeta delle stagioni-stradali, spostandomi dalla scuola materna, all'elementare e alla media, in un paese della Toscana…

Riuscite a immaginare come si va avanti senza lasciare troppo indietro gli insegnanti?

Il 17 agosto, la professoressa Marina Salvi m'invia per posta, confezionata a stampa, "La girata di ieri", che prosegue il lavoro iniziato con me nella sua classe… Vediamo un po'. Scrivono i suoi ragazzi:

"Il SEGNAIO è il vivaio dei cartelli stradali. Sono andato lì a comprarmi un semaforo, che ho sistemato davanti alla porta di casa. La Luna, il mio canino, lo annaffia tutte le sere" (Francesco Perferi).

"Un giorno, un uomo andò a impollinare i cartelli stradali con un'Ape; un altro ci andò in Vespa. I cartelli si moltiplicarono così tanto, che le Vespe e le Api ci si perdevano in mezzo. E li dovettero impallinare" (Andrea Bennati).

"Il semaforo cambia stagione in pochi secondi" (Luca Brocchi).

"Dovete sapere che le rape vengono coltivate nei campi, mentre i semafori e i cartelli stradali nelle Serre di Rapolano" (Alessandro Sereni).

"IL giardino urbano è pieno di semafori nati durante la notte" (Claudia Borghesi).

Eccetera, eccetera. Bene!… Poema d'autunno. Se il semaforo è un albero, va bene anche questa poesia collettiva scritta dai ragazzi della I C:

 

Le strade chiudono i cigli

quando il sole è rasente.

Sotto il ciglio della strada

c'era una Vespa

e per tirarla fuori

c'è voluto il collirio.

I motorini

sul ciglio del lago

erano come le mosche

intorno agli occhi d'un somaro.

 

All'altro capo di questo Filo Aquilonare, Giulio, un bimbo della scuola materna ha tradotto l'espressione "A maggio apre il mare" in una bellissima fontana-nave, ideata per raccogliere il mare secondo un principio di moto perpetuo che solo lui sa:

 

 

Filippo Nibbi

 
 
 

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