FOGLIO LAPIS - SETTEMBRE 2000

 
 

L'anno scolastico 2000-01 è cominciato all'insegna della riforma, ma anche di uno sciopero incombente - Chissà se l'autonomia sarà di fatto così ampia da permettere agli istituti di attenuare il grave problema del costo dei libri - In fondo basterebbero buone fotocopiatrici e bidelli in grado di farle funzionare: un sogno?

 

E' ricominciato l'anno scolastico. I giornali parlano di autonomia degli istituti, che si stanno organizzando in questo senso nello spirito della tanto decantata riforma. Parlano dell'incombente sciopero degli insegnanti, in agitazione perché i soldi in busta paga non bastano. Parlano anche dei tanti soldi che ogni alunno costa allo stato e alla famiglia.

Noi della Lapis ascoltiamo i discorsi della gente che non ha davvero capito in che cosa consisterà esattamente la riforma della scuola, perché neanche gli insegnanti lo sanno spiegare. Ma i genitori adesso conoscono bene i "moduli" e molti di loro dicono che è un disastro.

Dagli anni scorsi non è cambiato niente nella scandalosa realtà degli interessi degli editori favoriti a scapito di quelli delle famiglie, molte delle quali non possono permettersi di spendere ogni anno una fortuna per tanti bei libri in carta patinata. Perché gli istituti non usano la loro nuova autonomia, e una parte del loro bilancio, per distribuire fotocopie nel corso delle lezioni? Potrebbero anche cambiare le attuali norme restrittive in materia di riproduzione. Mi piacerebbe molto sapere se esiste qualche scuola orientata a tentare questa via: anche perché ci manderei mia figlia.

Si legge molto sulla scuola, in questi giorni, ma non capita quasi mai di leggere qualcosa a proposito dei bidelli: eppure noi abbiamo scoperto che da qualche tempo nella scuola sono loro la vera categoria degli "eletti". I bidelli non fanno più le pulizie, non hanno la responsabilità degli educatori, ma hanno il potere per esempio di far naufragare l'idea del tempo pieno, se una scuola la vuole adottare, perché non si adatta al loro orario lavorativo. Ecco perché non amano che si parli di loro: forse temono che gli aspiranti bidelli diventino troppi. A proposito di lavoro, sarebbe bello affidare loro le famose fotocopiatrici destinate a moltiplicare il sapere alla faccia degli editori ingordi: ma questo purtroppo ha tutta l'aria di un sogno.

Quanto allo sciopero dei professori, rischia di diventare diseducativo per i ragazzi nel senso del disamore verso la scuola. Mi appellerei dunque alla deontologia professionale se non fossi totalmente dalla parte dei docenti in materia di adeguamento economico ai livelli europei. Viviamo in una società di tipo consumistico e se il rispetto dipende (purtroppo) anche da una certa apparenza di standard di vita, l'insegnante non può sembrare un poveraccio agli occhi dei suoi allievi. Inoltre perché in questo modo viene meno l'emulazione e tra breve non avremo più insegnanti.

A chi obietta che mancano fondi per poter innalzare gli stipendi noi consigliamo due libri. Il primo di Raffaele Costa: L'Italia degli sprechi - Dalla A alla Z - Enciclopedia delle spese assurde a carico dei contribuenti, ed. Mondadori; il secondo di Gian Antonio Stella: Lo spreco - Italia: come buttare via due milioni di miliardi, ed. Baldini e Castoldi.

Stamattina leggiamo poi un dato allucinante fornitoci dai medici del Bambin Gesù, noto ospedale pediatrico romano: nelle scuole elementari di Roma sei insegnanti su dieci fumano in classe. E il settanta per cento dei bambini esposti al fumo passivo presentano disturbi di carattere respiratorio. Mi sorge un dubbio: occuparsi di questo problema è compito nostro, del ministro De Mauro che tanto ormai ha le spalle larghe, o viene giusto a fagiolo per la nuova figura istituzionale, il "garante dei bambini"? Ma che bel castello, girondino girondello…

 

Marilena Farruggia Venturi

(Presidente della Lapis)

 

 

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