Torna a Home Page

     Il dibattito sulla riforma della scuola può forse prescindere dal fatto che esiste la realtà alienante, per molti giovani che vorrebbero lavorare, del “dopo obbligo scolastico”? E’ infatti quasi inesistente da parte delle piccole imprese la possibilità di assumere come apprendisti i minori a causa di norme che pur giustissime nelle loro finalità di certo così come sono tagliano le gambe al vitale settore dell’apprendistato.

     La Lapis, che collabora attivamente con il ministero della Pubblica Istruzione, intende proporre, nel quadro dell’autonomia scolastica, un modello di istituto la cui finalità è duplice: rendere più attraente la scuola dell’obbligo e contribuire a colmare il fossato che attualmente la separa dal mondo produttivo. Questo intendiamo realizzare proponendo a livello governativo, d’intesa con i rappresentanti delle categorie produttive coinvolte, delle normative di legge che facilitino l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Il nostro progetto di modernizzazione della scuola di base prevede un’innovazione didattica che vorremmo fondata sulla maieutica, cioè sulla stimolazione della curiosità naturale dei ragazzi, e sulla valorizzazione delle abilità manuali anche rispetto alla tradizione artigianale locale.

      La proposta comprende due fasi: la prima si riferisce ai primi sette anni, la seconda agli ultimi due anni di scuola obbligatoria. Quando l’obbligo sarà portato a dieci anni, il rapporto fra le due fasi sarà ovviamente di otto a due.

     Prima fase. Le scuole si dotano di efficienti laboratori per esplorare il più ampiamente possibile il campo delle attività tecniche e manuali. Gli insegnanti si avvalgono del contributo di artigiani, designer, scienziati, esperti di varie attività produttive, che per esempio possono essere pensionati di categoria. La finalità immediata è quella di trasmettere ai ragazzi il piacere del risultato tangibile, il gusto del lavoro ben fatto. Si possono anche prevedere visite delle classi a botteghe artigiane, industrie, laboratori, giornali, ecc. Inutile sottolineare l’importanza della familiarità con gli strumenti informatici.

     Seconda fase. Si svolge negli ultimi due anni dell’istruzione obbligatoria e si sostanzia nel dedicare parte dell’orario scolastico a stages presso botteghe artigiane, piccole e medie imprese, banche, uffici commerciali. Sappiamo bene che esistono in proposito ostacoli di natura normativa. Intendiamo promuoverne il superamento attraverso adeguamenti di cui confidiamo si faranno promotori, sulla base del progetto definitivo che sarà elaborato d’intesa con le categorie produttive, i ministeri del Lavoro e della Pubblica Istruzione. Si tratta in pratica di aiutare artigiani e piccole imprese a superare gli oneri imposti dall’osservanza delle leggi che regolano l’apprendistato, di garantire attraverso l’INAIL un’adeguata copertura assicurativa per i ragazzi, di assicurare a questa esperienza, coinvolgendo anche l’INPS, un regime di contributi figurativi.

Di questa iniziativa si parla anche nel numero di Aprile 2001 del nostro periodico FoglioLapis