Sono bambini, si sono lasciati alle spalle la guerra e hanno bisogno di giocare - Lanciata nel campo d’accoglienza Lorizzonte in Puglia l’iniziativa della Lapis e del Centro per lo sviluppo creativo D. Dolci - Una ludoteca e un programma di animazioni - Come i ragazzi dell’ARCI di Arezzo hanno trasformato tre stanze nel paese dei balocchi

Sembrerà strano, ma il 4 maggio ho visto al campo profughi Lorizzonte di Squinzano, in provincia di Lecce, bambini kosovari pieni di gioia: infatti, per iniziativa della Lapis e dell’Associazione per lo sviluppo creativo Danilo Dolci, si è aperta una ludoteca messa insieme con il materiale che i cittadini di Arezzo hanno generosamente donato.

Il 25 aprile alcuni ragazzi, volontari dell’ARCI Arezzo, accompagnati da Marilena Farruggia Venturi presidente della Lapis, hanno portato giochi, pannelli disegnati, travestimenti, quaderni, matite e materiale didattico di vario genere, e hanno allestito una ludoteca così bella che farebbe invidia ad alcune delle scuole italiane.

La lapis raccoglie volontari da tutte le parti d’Italia e li organizza in gruppi di cinque persone. Il primo gruppo, composto da Francesco, Piero, Annalisa, Luca e Alessandro ha avuto l’incarico dell’inaugurazione, che è avvenuta lunedì 4 maggio; il primo incontro degli animatori con i bambini c’è la mattina, all’aperto perché meglio ci si affiati tra se’: un piccolo corteo musicale richiama l’attenzione nel cortile interno del campo, con l’esecuzione di melodie improvvisate. Alcuni animatori ballano con i bambini al suono del flauto, del djambé e dei sonagli; gli strumenti passano dagli animatori ai profughi, anche quelli più grandi.
Poi si passa ai giochi, improvvisati anche questi, per permettere di esprimersi liberamente in maniera creativa: i bambini sono letteralmente entusiasti. Tutto il campo può partecipare della gioia dei piccoli: è nato un teatro, con i profughi affacciati alle finestre e alle terrazze a osservare, e in mezzo lo spettacolo dei bambini. Alla fine della mattinata risulta difficile per gli animatori interrompere i giochi: i bambini li seguono, li baciano, gli saltano addosso, gli stringono la mano, semplicemente li toccano.

Nel pomeriggio, alle 15 si aprono le tre sale della ludoteca: già i bambini fanno la fila all’entrata, ma l’inaugurazione è una grossa sorpresa per tutte le oltre cinquecento persone che sono attualmente ospitate nel campo.

Tra i bambini, i primi a entrare girano per le stanze piano piano, la bocca che si spalanca, gli occhi grandi per lo stupore, increduli i più grandicelli: a poco a poco le stanze si riempiono, alcuni genitori accompagnano i più piccoli, bambini di tutte le età frullano da una stanza all’altra; una è dedicata ai più piccoli, vi sono raggruppati tutti i giochi più semplici; in terra c’è un grande strato di linoleum disegnato, dove io bambini possono stare senza sporcarsi: un’altra stanza è stata attrezzata come teatrino per le marionette, ci sono le seggioline da bambini, un séparé per i travestimenti (ho visto uscire dalla ludoteca, accompagnata forse dalla mamma, tutta eccitata, una bambina con un vestitino rosa da ballerina: voleva farsi vedere dagli altri e farsi fare una foto); poi scaffali con bambole, macchine giocattolo, costruzioni. Una radio diffonde musica allegra, qualcuno balla, qualcuno ti propone di giocare con lui. Dice Genz, 13 anni, uno dei pochissimi ragazzi (tre) che parlano italiano: "E’ bello che ci sia la ludoteca con gli animatori, al campo è facile annoiarsi"; sta quasi tutto il pomeriggio con una parrucca da capellone, occhiali colorati e una finta chitarra, facendo finta di essere un famoso cantante albanese al quale dice di assomigliare. La terza sala è attrezzata per disegnare, con i tavolini, la cancelleria; ai bambini si propone di fare un disegno, scriverci il proprio nome e attaccarlo alle pareti: alla fine tra i disegni di case, alberi, fiori, montagne, uccelli, ce n’è qualcuno segnato dalla guerra: si legge UCK, Ibrahim Rugova e le firme dei bambini; Genz disegna la cartina geografica del sud dell’Adriatico: da una parte la Puglia, dall’altra i Balcani e in corrispondenza del Kosovo un volto: dice che quello è Gesù.

Durante la conferenza stampa convocata per l’inaugurazione Annalisa e Piero sono soddisfatti: "Si tratta - dice Piero - di un’esperienza particolare, sotto molti punti di vista: per un verso, per noi animatori è un’esperienza nuova e motivante quella di avere a che fare con bambini che non parlano la nostra lingua, si è ‘costretti’ a cercare livelli di comunicazione molto profondi, ad usare diversi linguaggi: inoltre è straordinaria la carica affettiva che portano questi bambini: in così poco tempo si è formata unità tra noi e loro, anche a noi risulta difficile lasciarli la sera; non vorrei lasciarli mai". Annalisa, come Piero rappresentante dell’associazione Diesis Tetrango, a Squinzano con la Lapis: "Stiamo pensando a come organizzare la ludoteca, probabilmente faremo dei turni: per i bambini è importante anche giocare all’aperto, quella di stamattina è stata un’esperienza straordinaria per tutti, anche per noi volontari".

Nelle sale della ludoteca frequenti sono gli incontri con gli sguardi riconoscenti dei genitori, qualcuno ti stringe la mano; la chiusura è alle 17,30, l’ora della cena per i bambini, e siamo alle solite: non vogliono uscire, i genitori devono insistere. E’ un gran lavoro rimettere a posto tutto, ci vogliono ore; ma nel frattempo, di tanto in tanto, bambini suonano alla porta: Francesco gioca ancora nei corridoi con loro, tra le stanze dove sono i letti; le otto sono passate, i bambini dovrebbero essere a dormire, per gioco Francesco fa la ninnananna a un grosso peluche, con i piccoli che ridono contenti tutti intorno; poi Piero ha un’idea: li fa entrare, sono una quindicina, nella sala antistante la ludoteca, li fa sedere tutti in terra e gli fa fare la ninnananna l’uno all’altro; è un momento molto bello: a un certo punto Luca si distende con un bambino che gli fa la ninnananna, tutti gli altri gli fanno la ninnananna, scherzano, lo toccano, lo chiamano. I volti dei bambini sono raggianti, ora sono sereni, e quando alcuni genitori vengono a prenderli (ancora una volta sorpresi di quanto vedono) li seguono senza piangere: ci si saluta, ci si dà appuntamento al giorno dopo.

Enrico, volontario di Biella, da quasi due mesi con i profughi, e Marco, obiettore di coscienza che opera nel campo, sono contenti dell’iniziativa: "E’ importante pensare ai bambini, che per loro la situazione sia il meno pesante possibile, c’è bisogno di volontari che pensino continuamente ai piccoli".

La presidente Marilena Farruggia Venturi: "Ora che la ludoteca è operativa, il passo successivo della Lapis sarà quello di integrare le attività degli operatori che vengono da fuori con quelle dei locali: ciò permetterebbe di garantire una più sicura continuità all’attività di animazione: è possibile che gli sforzi vengano uniti a quelli degli scout e di un’altra associazione di Lecce; dagli incontri che ci sono stati sembra probabile".

La mia esperienza al campo è durata un solo giorno, ma l’indomani mattina, quando sono venuto via ho portato con me l’idea che, almeno nelle stanze della ludoteca, per i bambini profughi di Squinzano "la vita è bella".

 
 

Torna all'archivio delle iniziative

Scrivici!