FOGLIO LAPIS - OTTOBRE - 2018

 
 

Secondo dati UNESCO, circa 750 milioni di uomini e donne adulti non sanno leggere né scrivere – E oltre 260 milioni di bambini e ragazzi non vanno a scuola - Per quanto possa apparire impressionante, questa situazione rappresenta un progresso rispetto al passato, quando gli analfabeti erano molti di più - É una grande sfida per la comunità internazionale, come la fame, come la povertà

 

Sono ancora troppi. Settecentocinquanta milioni di persone adulte condannate dall'analfabetismo a una condizione precaria. Il rapporto medio mondiale fra analfabeti e persone in possesso di una almeno elementare capacità di leggere e scrivere è del tutto insoddisfacente. Per comprendere bene la gravità del fenomeno bisogna tenere conto della sua irregolare distribuzione nel mondo. Se infatti da un lato ci sono Paesi nei quali l'analfabetismo totale di fatto non esiste o è molto vicino allo zero, purtroppo ce ne sono altri in cui addirittura riguarda la metà della popolazione, se non addirittura la maggioranza. Si tratta prevalentemente di Paesi africani, come  l'Etiopia, la Liberia, il Senegal. In questi casi l'analfabetismo non è soltanto un limite personale, che impedisce il pieno sviluppo individuale e in particolare la presa di coscienza dei propri diritti di persone e di cittadini, ma è anche una tragedia sociale. É infatti molto difficile parlare di sviluppo quando così tanta parte della popolazione è lontana dal semplice requisito di saper leggere e comprendere testi scritti, oltre che di comunicare con la scrittura.

Un altro squilibrio che caratterizza questo fenomeno è quello di genere: infatti l'analfabetismo riguarda in maggior misura le donne. Si calcola che il sessanta per cento degli analfabeti nel mondo sia costituito da donne: del resto questa è una delle tante discriminazioni che tuttora colpiscono l'universo femminile, anche se parallelamente ai relativi progressi dell'alfabetizzazione si è potuto registrare una significativa riduzione delle diseguaglianze di genere. L'UNESCO riferisce che oltre duecentosessanta milioni di bambini e ragazzi (il dato si riferisce al 2015) non vanno a scuola, dilatando così anche negli anni futuri il fenomeno dell'analfabetismo. Le ragioni di questa situazione sono molto semplici: scuole inesistenti o troppo care per strati di popolazione economicamente disagiati, esclusione delle bambine dagli studi per concentrare lo sforzo finanziario sui figli maschi, carenza di docenti qualificati, arretratezza culturale ed emergenza economica che spingono molte famiglie a preferire che i figli lavorino piuttosto che avviarli allo studio.

Ogni volta che si parla di questa perdurante piaga sociale bisogna infine considerare che non basta saper riconoscere le parole scritte, bisogna anche essere in grado di comprendere il senso della comunicazione. Esiste un subdolo fenomeno chiamato analfabetismo funzionale, ben presente anche nei Paesi che vantano la sconfitta dell'analfabetismo letterale. É la situazione in cui una persona si trova quando riesce sì a leggere lo scritto, ma senza comprenderne appieno il significato. Il fenomeno è più vasto di quanto si creda, come attestano molte inchieste condotte in vari Paesi compreso il nostro.

 

 

                                                          f. s. 
                                         
 

    


                                                  

 
 

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