FOGLIO LAPIS - OTTOBRE - 2011

 
 

Sono quasi ottocento milioni gli adulti che non sanno leggere né scrivere, particolarmente concentrati in alcuni paesi africani nei quali l'analfabetismo è condizione maggioritaria – Il fenomeno colpisce soprattutto le donne – Il dato si sovrappone generalmente a quelli relativi alla povertà e alla fame – La necessità di un adeguato impegno internazionale sottolineata dall'Unesco: ma viviamo tempi difficili e il mondo ricco sembra ripiegato su se stesso

 

Quasi ottocento milioni, per l'esattezza 793: sono gli adulti nel mondo che non sanno leggere né scrivere. Come sempre la giornata mondiale dell'alfabetizzazione, celebrata lo scorso 8 settembre, è stata dominata dall'esatto contrario del suo tema, l'analfabetismo. Anche se dei progressi sono stati fatti, la cifra resta imponente, e purtroppo conserverà a lungo caratteri d'emergenza: risulta infatti che sessantasette milioni di bambini che dovrebbero frequentare la scuola primaria sono privati di questo diritto, mentre un numero ancora maggiore di adolescenti, settantadue milioni,  sono al di fuori del sistema scolastico, che dovrebbe ospitarli nel primo ciclo della scuola secondaria.

All'interno di questo fenomeno se ne registra un altro complementare: il dato relativo all'analfabetismo riguarda le donne in misura sproporzionatamente superiore alla loro quota demografica, il cinquanta per cento o poco più. Le cifre fornite dall'Unesco sottolineano dunque il persistere della più crudele delle diseguaglianze, quella che negando l'accesso all'istruzione a una parte consistente della popolazione mondiale, impedisce alla persona di sviluppare  le proprie potenzialità per uscire da una condizione di marginalità.

Non a caso le cifre dell'analfabetismo si sovrappongono sistematicamente a quelle relative alla povertà, alla scarsa alimentazione, alla bassa speranza di vita. Ecco un dato particolarmente drammatico: ci sono nel mondo undici paesi nei quali essere analfabeti è una condizione maggioritaria, nel senso che oltre il cinquanta per cento della popolazione adulta non sa leggere né scrivere. Sono il Benin, il Burkina Faso, il Ciad, l'Etiopia, il Gambia, la Guinea, Haiti, il Mali, il Niger, il Senegal e la Sierra Leone. Come si vede, sono tutti in Africa ad eccezione di Haiti, lo sventurato paese centro-americano sconvolto di recente da un disastroso terremoto. Nell'insieme, si tratta di paesi che un diabolico circolo vizioso priva della possibilità di affrontare con successo la sfida dell'acculturazione elementare: servirebbero fondi straordinari per fare arrivare le scuole nei villaggi e nelle disastrate periferie urbane, ma il bassissimo reddito impedisce ogni pianificazione di sviluppo del sistema educativo.

É fin troppo evidente che soltanto la solidarietà internazionale può venire a capo del problema. Infatti l'Unesco rinnova l'appello ai governi, alle organizzazioni internazionali, alla società civile del mondo intero, perché considerino l'alfabetizzazione nel mondo una priorità politica. Proprio così, non si parla di priorità umanitaria, si dà per scontato questo aspetto della questione e si pone invece l'accento sul fatto che quelle sacche d'ignoranza ci riguardano tutti direttamente, perché producono una pericolosa instabilità. I programmi d'intervento ci sono, e nonostante tutto i progressi registrati nel passato dimostrano che sono efficaci: ma c'è bisogno di risorse per realizzarli nella scala più opportuna. Certo il momento non è facile: il mondo intero è alle prese con una crisi economico-finanziaria che scoraggia ulteriormente quelle politiche di solidarietà che anche in tempi migliori vedevano molti, troppi paesi disattendere le promesse e gli impegni.

Di fronte al mondo povero che invoca aiuto, il mondo ricco sembra dunque ripiegato su se stesso e sui propri problemi di bilancio: ma senza un contesto di società più eque e più pacifiche nessuno potrà venir fuori dalla crisi. E il superamento dell'analfabetismo, accanto alla sconfitta della fame e della povertà, è fra le condizioni necessarie per riequilibrare le drammatiche diseguaglianze che dividono l'umanità.

                                                          l. v. 
                                         

    


                                                  

 
 

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