FOGLIO LAPIS - OTTOBRE - 2006

 
 

Due parallele evoluzioni stanno modificando l’assetto della scuola italiana, che sposta sempre più il suo baricentro verso le regioni settentrionali mentre la componente straniera degli alunni ha ormai superato il cinque per cento – È in corso anche un massiccio trasferimento di docenti dalle scuole del Sud, che in un decennio si sono alleggerite di circa 240 mila studenti, a quelle del Nord frequentate da 300 mila alunni in più – La difficile scommessa multiculturale  

 

 

Con la ripresa autunnale la popolazione scolastica italiana ha raggiunto quest’anno quota sette milioni e 736 mila. Si registra un leggero incremento, esattamente di 21 mila unità, rispetto allo scorso anno scolastico, ma si tratta di un valore complessivo che non corrisponde certo a una tendenza omogenea. Infatti soltanto nel Centronord ci sono davvero più studenti, precisamente 49 mila nelle regioni settentrionali e 10 mila in quelle centrali. La somma algebrica con il dato negativo delle regioni meridionali, dove la popolazione scolastica è diminuita di 38 mila unità, porta al valore nazionale di 21 mila studenti in più. È come se la scuola spostasse sempre più il suo baricentro verso Nord, nella scia di una tendenza demografica che vede il Mezzogiorno caratterizzato da un minore tasso di natalità, da una più ridotta offerta di lavoro che spinge molti giovani verso altre regioni, e infine da una meno folta presenza di immigrati. Il fenomeno è ormai in corso da tempo: nell’ultimo decennio la popolazione scolastica meridionale si è ridotta di 240 mila studenti, mentre quella del Centronord ha fatto registrare un aumento di 300 mila, che restituisce il segno più al saldo nazionale.

Questo saldo positivo è evidentemente dovuto all’apporto degli alunni immigrati, che hanno ormai superato il mezzo milione, ben oltre il cinque per cento del totale. Ma il dato percentuale medio non rende giustizia al fenomeno, che è fortemente squilibrato nel territorio nazionale: mentre la presenza straniera è infatti molto più ridotta a Sud, in certe regioni settentrionali caratterizzate da quelle intense attività produttive che attraggono forti flussi migratori, in particolare Veneto e Lombardia, si arriva a concentrazioni molto più alte. È precisamente in queste parti d’Italia che il fenomeno assume caratteri a volte problematici: nella società e conseguentemente nell’istituzione educativa. La forte presenza straniera pone infatti la scuola di fronte a una sfida che la trova complessivamente impreparata, anche se la buona volontà e lo spirito d’iniziativa di molti insegnanti riescono qualche volta a superare almeno in parte le carenze organizzative.

Gli alunni stranieri sono spesso svantaggiati da seri problemi di comunicazione, poiché non sempre padroneggiano la lingua italiana. Questo li pone in crisi non soltanto in materia di rendimento scolastico, ma anche nei rapporti con i compagni, perché rende più difficile la socializzazione. Inoltre questo handicap fa sì che spesso i ragazzi stranieri vengano collocati in classi inferiori rispetto alla loro età, dettaglio che complica non poco la relazione con i compagni italiani più piccoli. Uno studio recente dell’Istituto di scienze della cognizione del CNR rivela fra l’altro un generalizzato malessere degli insegnanti di fronte all’incalzare del fenomeno multiculturale. Il corpo docente si sente abbandonato a se stesso e invoca due rimedi giudicati essenziali: corsi di alfabetizzazione per i ragazzi stranieri e intervento sistematico dei mediatori culturali.

Un altro problema rivelato dall’indagine del CNR riguarda il rapporto della scuola con le famiglie dei ragazzi immigrati. Si tratta di un rapporto tanto difficile quanto necessario, con famiglie che a volte ostacolano, volontariamente o no, l’integrazione dei loro figli nella scuola e dunque nella società italiana. Alcune difficoltà sono oggettive e difficilmente sormontabili: si cita per esempio il fatto che gli alunni stranieri non amano invitare a casa loro i compagni italiani, e questo non per scarso senso di ospitalità e tanto meno per ostilità, ma per il fatto che spesso vivono in abitazioni piccole e modeste che non amano mostrare agli amici. La scarsa frequentazione comporta un rischio evidente, quello di generare estraneità.

Sono problemi che i bambini della scuola primaria sono istintivamente portati a superare, ma che poi s’ingigantiscono con il passare degli anni, fino a diventare preoccupanti nella scuola superiore, dove si registrano spesso quei pregiudizi venati di razzismo, espressi da parte della società italiana impaurita dal terrorismo e dall’”invasione”, e per conseguenza portata alla diffidenza se non alla xenofobia, che erano rimasti estranei alla natura generosa dei più piccoli. Si segnala a questo punto l’emergere minaccioso di due tipi di bullismo: quello di cui i ragazzi stranieri sono oggetto, in quanto esseri diversi, fragili, vulnerabili, sui quali si esercita una ben nota propensione al sopruso, e quello di cui invece, per reazione alle loro difficoltà e al loro isolamento, proprio loro sono protagonisti attivi.

La scuola multiculturale procede dunque fra non poche difficoltà, e certo si pone con urgenza il problema di affrontarne i nodi. Non sarà facile, perché molti fra quei nodi sono la risultante di radicati atteggiamenti sociali, e dunque la terapia dovrebbe indirizzarsi alla società prima ancora che alla scuola. Ma questo non significa che l’istituzione educativa debba starsene con le mani in mano. Deve anzi agire, e deve farlo su due piani. Da una parte sforzandosi di diffondere i valori della tolleranza, della convivenza, del rispetto reciproco fra le culture. Dall’altra rimuovendo gli ostacoli individuali che impediscono a molti ragazzi stranieri di usufruire appieno della nostra scuola: per esempio, come chiedono gli insegnanti interpellati dal CNR, promuovendo corsi di lingua italiana e dando spazio alla figura insostituibile del mediatore culturale.

 

                                                                   Fredi Sergent 

 

   


                                                  

 
 

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