FOGLIO LAPIS - OTTOBRE 2002

 
 

E’ partito il “corso irregolare di educazione alla legalità” con cui la Lapis intende contribuire all’incontro fra la scuola e le tematiche del vivere civile – Si tratta di dieci lezioni, incentrate su altrettanti principi giuridici fondamentali, spiegate da un poeta e da un’artista e integrate da schede didattiche – Lo si può raggiungere da questo sito, o digitando l’indirizzo http://www.leggilalegge.it - La nuova proposta si affianca a quella diretta a promuovere visite di magistrati nelle scuole

 

E se Maometto non va alla montagna è la montagna che va a Maometto. Così quest’anno ci proviamo ancora a proporre il tema della legalità alle scuole, andandole a trovare nelle loro sedi attraverso Internet. Poiché ci interessa soprattutto raggiungere le scuole di base, il linguaggio grafico e verbale sarà adatto anche ai più piccoli. La nostra nuova iniziativa si affianca dunque a quella che proponemmo un anno fa, e che consisteva nel promuovere visite di magistrati negli istituti comprensivi, precedute dalla preparazione dei ragazzi con ricerche su temi di loro scelta attinenti al mondo del diritto e del vivere civile. In quell’occasione scoprimmo che se era possibile contare sulla partecipazione di numerosi magistrati, dalla parte della scuola la risposta non era altrettanto confortante. Ma il discorso ovviamente rimane aperto e confidiamo che il sistema dell’istruzione, superata finalmente l’attuale fase di incertezza legata alle varie riforme che sono state annunciate, ritrovi la necessaria serenità e le altrettanto necessarie motivazioni.

Vorrei precisare ancora una volta che dietro le nostre semplici proposte non ci sono particolari ideologie o elucubrazioni strane. Semplicemente ci facciamo interpreti, non solo nella critica ma anche nella concretezza delle proposte, del pensiero di milioni di genitori. Poiché ci preoccupa il fatto che i nostri figli generalmente non amano la scuola, che soprattutto per i piccoli delle elementari l’inizio è a volte un vero trauma, vorremmo realizzare il desiderio di rendere più umani e allegri, oltre che formativi, questi anni che bene o male devono passare sui banchi di scuola.

La nostra attenzione è rivolta particolarmente all’educazione alle legalità, perché nella società di oggi i ragazzi credono, per qualche perverso meccanismo la cui analisi lascio volentieri agli esperti, che tutto sia possibile e dovuto. Né hanno la minima idea, anche perché la scuola trascura questo specifico aspetto, di ciò che significhi vivere civilmente nel rispetto degli altri, della stessa vita umana (si pensi ai casi estremi dei ragazzi che uccidono freddamente i loro genitori), degli altri esseri viventi, animali e piante, dell’intero universo. Vogliamo che questi giovani si innamorino della vita, al punto da considerare le norme di legge non più come imposizioni ma come aiuti, come garanzie, come tutela di loro stessi e del loro ambiente.

Per questo abbiamo fatto ricorso alla fantasia e all’amore di un poeta fuori degli schemi (perché se vi sono rinchiusi che poeti sono?) e di una dolcissima suora di vita contemplativa, artista di alto livello. Vogliamo che questa singolare sinergia produca il miracolo di rendere la legge familiare anche ai bambini. Non so se riusciremo ad appassionare gli insegnanti (allo scopo, e come indispensabile complemento, abbiamo affidato a docenti di diritto la preparazione di chiare schede didattiche), ma di certo ai ragazzi piacerà, abbiamo già potuto verificarlo. Faremo il possibile perché navigando su Internet i bambini scoprano il sito Leggi la legge, e si divertano imparando con noi le regole semplici ed essenziali del vivere civile.  

Libero Grassi fotografato nell'agosto 1991, poco prima di morire vittima di un'esecuzione mafiosa.

Queste mie parole sono illustrate dall’immagine di Libero Grassi, l’intellettuale siciliano che pagò con la vita la sua ribellione contro il sistema delle estorsioni mafiose. Una prassi criminale che rappresenta il culmine di quella illegalità che con la nostra proposta vogliamo contribuire a combattere, meglio, a prevenire. La Lapis ha anche avviato i necessari contatti per organizzare visite nelle scuole di esponenti del movimento antiracket. Aderendo idealmente alla FAI, la federazione delle associazioni antiracket, intendiamo in questo modo contribuire alla diffusione fra i giovani e i giovanissimi dell’esperienza di chi ha saputo dimostrare, respingendo le intimidazioni criminali e organizzando una rete di resistenza alla mafia, che la legalità può e deve essere una scelta di vita.

                                Marilena Farruggia Venturi

 

Torna al Foglio Lapis ottobre 2002

 

Mandaci un' E-mail!