FOGLIO LAPIS - LUGLIO 2002

 
 

L’esperienza di una scuola media di Rivoli, dove il problema dell’integrazione è stato affrontato considerando della condizione dei disabili non soltanto gli aspetti negativi ma anche le potenzialità – Come abbattere le barriere architettoniche e come aumentare la capacità di comunicazione – Per un processo integrativo che sia duraturo e funzionale, la necessità che il docente sia animato da senso umanitario

 

L’esperienza di cui desidero parlare riguarda l’iniziativa di educazione all’integrazione realizzata all’interno della Scuola Media in cui lavoro “G. Matteotti”di Rivoli. Il progetto è nato con la finalità di educare all’accettazione dell’altro, del diverso da noi, sapendo cogliere le potenzialità positive degli altri e non solo i loro limiti.

Punto d’avvio è stato il riconoscere la “presenza” della persona handicappata che spesso i ragazzi incontrano a scuola, nei loro gruppi classe. Di queste persone ,spesso, si vedono e si sottolineano soprattutto i limiti, le mancanze, le difficoltà e le lacune. Nel nostro progetto,invece, si sono voluti mettere in evidenza gli aspetti positivi, le capacità, le potenzialità presenti anche nelle persone con handicap.

Si è ritenuto importante far conoscere a tutti coloro che lavorano nella scuola il concetto di integrazione.Si sono organizzati incontri, si sono definite modalità, luoghi, tempi, composizioni di gruppi per lavorare sul tema dell’integrazione. L’esperienza si è dimostrata molto significativa per tutti: i ragazzi disabili si sono sentiti importanti e valorizzati, in grado di compiere attività e capaci di aiutare anche gli altri.

E’ stato interessante notare come nelle relazioni non sia stata predominante l’attenzione all’handicap, al contrario, si parlava delle caratteristiche dell’attività,delle modalità del lavoro, del piacere che proveniva dall’osservare un lavoro terminato,della gioia di lavorare tutti insieme.

"Trasformare le disabilità in risorse per una migliore qualità della vita: noi siamo diversamente abili”. Questo progetto è servito a sensibilizzare ragazzi, famiglie ed ha favorito, con diversi incontri, il sorgere di iniziative di apertura e di collaborazione fra Centri, Associazioni, ed Istituzione scolastica. Questa presa di coscienza “in diretta” ci ha stimolate ad affrontare tematiche quali le barriere architettoniche e culturali avvalendoci anche della preziosa collaborazione della Consulta di Torino.

L'integrazione è un punto di arrivo da non dimenticare e perché ciò accada è indispensabile affiancare una didattica attenta alle esigenze educative dei singoli. E’ evidente che per conseguire obiettivi formativi oltre che di socializzazione, occorrono metodologie, risorse e strumenti adeguati. Il lavoro di gruppo risulta vincente se riesce ad incrementare la capacità di comunicazione parallelamente all’acquisizione di competenze utili per l’autonomia della persona,organizzando all’interno del percorso singolo, situazioni di lavoro, scambio e comunicazione con la classe. A mio parere è prioritario il senso umanitario dell'insegnante per avviare un processo di integrazione duraturo e funzionale; in particolare è indispensabile proporre attività educative stimolanti e ben organizzate che sappiano rivolgersi il più possibile a tutti gli aspetti della personalità.

E' l'approvazione che ci viene dagli altri che ci restituisce la forza per andare avanti: tanto più riusciamo a raccogliere tanto più completa sarà la risposta. La spinta nel proseguire una strada significativa è data dalla capacità di percepire ed accogliere la diversità per divenire disponibili al cambiamento.

L'inserimento non riesce quando manca l'integrazione e poche sono le scuole europee in grado di offrire un'organizzazione mirata all'integrazione degli alunni in situazione di handicap. Il termine rigido "inserimento" significa infatti solo il riconoscimento del diritto all'istruzione che è pari per tutti gli allievi, mentre nell'integrazione rientrano tutte quelle azioni che portano ad integrare le abilità del disabile con le abilità degli altri compagni. Integrazione significa valorizzare la persona interessata al processo ed è possibile attraverso un'operazione di considerazione sociale e personale evidenziando le competenze acquisite e le potenzialità.La realizzazione del nostro lavoro ci ha aiutato a migliorare le relazioni ed a instaurare un clima di rispetto reciproco verso le problematiche dei disabili, inoltre la presa di coscienza del quotidiano di queste persone ha avviato nei ragazzi un processo di apprendimento che ha sviluppato un cambiamento di comportamento ed adattamento alle diverse situazioni. L'affettività ha permeato nel tempo la personalità dei ragazzi definendo in modo più chiaro e sincero il mondo dei loro sentimenti con una catena di percezioni che ha favorito il lavoro stesso: quindi si può dire... integrare interagendo con gli altri.

E’ un processo sinergico in quanto coinvolge, a vario titolo, le competenze, le sensibilità di diverse persone : famiglie, unità sanitarie del territorio,enti locali, organi scolastici. E’ necessario che ciascun soggetto coinvolto nell’obiettivo dell’integrazione operi per la riuscita dell’azione educativa e formativa.Un vero progetto di integrazione si costruisce partendo dalla considerazione positiva dell’altro, dal rispetto della persona, dalla stima per il suo valore, per le sue competenze, per le sue potenzialità,se vogliamo che l’ integrazione non sia una parola vuota. Durante la realizzazione del CD digitale è risultato vincente il lavoro di gruppo proprio perché offre occasioni di imitazione, rinforza i risultati raggiunti e la relazione interpersonale adulto/bambino facilita l’integrazione con il gruppo stesso.

Il percorso  intrapreso parte dalla prospettiva di un sapere unitario che sia in grado di rivolgersi a problematiche sociali come un’opportunità di approfondimento e ricerca da sperimentare e conoscere, anche oltre le mura scolastiche. Nel corso degli anni, le docenti di sostegno con  la collaborazione dei colleghi hanno realizzato un progetto mirato  all'osservazione, valutazione, riflessione sul valore della diversità: un valore su cui costruire opinioni, idee, grafici per evidenziare la sensibilità e l’educazione al problema nel rispetto dell’identità, accogliendo il ragazzo disabile come portatore di novità e risorse per tutti.

Un‘occasione  in più d’ integrazione scolastica “ per tutti “,  compresi quei ragazzi che nella scuola vivono in disagio  e che nella scuola hanno trovato momenti emozionanti a cui dedicarsi con compiti di  responsabilità e fiducia:  una crescita personale attraverso il riconoscimento e il potenziamento delle personali capacità e abilità, non  sempre e solo curriculari.

L’obiettivo finale è dato dalla realizzazione di un puzzle digitale per testimoniare la sensibilità raggiunta dagli allievi   per tappe di lavoro. L’archivio digitale delle esperienze ci ha dato l’opportunità anche di poter partecipare al concorso indetto dalla Consulta: un’occasione  in più per conoscere altre esperienze e per fare coinvolgere direttamente i ragazzi.

 

       Tematiche di lavoro:

 

·         coloriamo le nostre emozioni

·         le apparenze ingannano

·         disegniamoci nel mondo

·         tutti uguali tutti diversi

·         questionari ed interviste tra le classi

·         sport e handicap

·          lettura in classe ed opinioni

·          fatti ed opinioni :    analisi di alcuni articoli

·          puzzle di informazioni

·         opinioni personali e indagine familiare

·         storie da raccontare

·         come nascono i pregiudizi

·          uscite sul territorio per partecipazione a mostre o incontri

 

Il docente è colui che non si sostituisce al ragazzo, ma struttura l’ambiente attraverso quelle facilitazioni che permettono al ragazzo stesso di raggiungere i propri obiettivi.

 

                Metodologia:

 

q        ogni attività è organizzata in modo da rispettare i tempi del ragazzo, il gruppo rispetta i tempi individuali integrandoli con quelli collettivi;

q        lo spazio viene destrutturato in funzione delle attività, i ragazzi sono attivi nella sua gestione;

q        nel gioco il ragazzo attiva le competenze raggiunte;

q        in base alla tematica verranno definite regole di realizzazione condivise da tutti gli insegnanti;

q         la valutazione dei risultati ottenuti dagli alunni sarà valutata dagli altri gruppi di lavoro compresi gli alunni in situazione di handicap;

q         i ritmi ed gli obiettivi perseguiti nell’azione didattica saranno strettamente legati e collegati a quelli dei ragazzi con maggiore difficoltà;

q        l’esperienza scolastica deve potersi sviluppare secondo un percorso unitario che comprenda momenti di autonomia gestionale e di responsabilità sui lavori assegnati.

 

Quanti attimi esistono da non perdere! Il silenzio di una pennellata può incorniciare il nostro stato d'animo insegnandoci  a riflettere, per arrivare ad essere soddisfatti di sé e di ciò che si sta facendo. La vita scorre nel gioco di imparare qualcosa ogni giorno, ed ogni giorno qualcosa in più, può consentire l'ascolto, per esempio del silenzio di un nostro pensiero, legato ad un respiro. Basta sporgersi, senza artificio, con disponibilità ai dettagli della vita e poi ....osservare.....l'essenzialità.

"Una perla nasce dal difetto di una conchiglia, ma ammirandola, non pensiamo alla malattia della conchiglia. Un compagno disabile è la perla che ci permette di conoscere meglio noi stessi!".

                                Roberta Masinari

L’autrice illustra dettagliatamente il suo progetto nel sito http://web.tiscali.it/educhiamoci

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