FOGLIO LAPIS - GIUGNO - 2019

 
 

Il caso di due istituti privati francesi che fanno capo alle comunità musulmane, di cui la giustizia ha ordinato la chiusura per sospetta vicinanza al fondamentalismo – Richiamandosi a norme giuridiche a garanzia della libertà d'insegnamento, le due scuole hanno continuato a funzionare – Le famiglie invitate a non iscrivervi più i loro ragazzi

 

Non è facile in Francia, patria dei diritti dell'uomo e del cittadino, ordinare la chiusura di una scuola. O per meglio dire non è facile che all'ordinanza segua effettivamente la chiusura. Jean-Claude Blanquer, ministro dell'educazione nazionale, è alle prese con questa spinosa questione, dopo che due istituti scolastici fuori contratto sono stati invitati dall'autorità giudiziaria a chiudere i battenti per sospetta prossimità al fondamentalismo islamista. Si tratta della scuola Philippe Grenier di Echirolles, nel dipartimento dell'Isère, e dell'istituto Al-Badr di Tolosa. Nonostante le ordinanze, emanate rispettivamente dai tribunali di Grenoble e di Tolosa, le due scuole hanno avviato come se nulla fosse l'anno scolastico attualmente in corso.

Naturalmente l'esecutivo di Parigi non si rassegna e si propone di far rispettare la pronuncia giudiziaria. Abbiamo due strade, spiega Blanquer nel corso di un'intervista radio-televisiva: dimostrare che i due istituti minacciano l'ordine pubblico, o invitare i parenti degli alunni, sotto pena di sanzioni, a non mandarvi più i loro ragazzi. Di fatto questo invito-ingiunzione è  già partito e se ne attendono gli esiti. Intanto i dirigenti delle due scuole si difendono, quelli di Grenoble hanno fatto appello e dunque attendono la decisione giudiziaria di secondo grado prevista per i primi di luglio. Quanto all'istituto di Tolosa, che era diretto da un imam, ha semplicemente cambiato  nome e preside.

La scuola Philippe Grenier ha anche denunciato per diffamazione il ministro Blanquer, che in una sede pubblica l'aveva qualificata come “salafista”. I responsabili dell'istituto di Echirolles fanno notare che l'ordine di chiusura non è stato motivato da ragioni religiose, ma da presunte carenze didattiche. Evidentemente la contesa si svolge su un terreno minato, se si considera da un lato l'altissima tensione che serpeggia nelle comunità musulmane francesi, in qualche modo correlata con la minaccia del terrorismo islamista, dall'altro la collaudata tradizione nazionale in materia di libertà civili.

Proprio per inquadrare più stabilmente la posizione delle scuole fuori contratto la Francia di Emmanuel Macron ha recentemente varato nuove disposizioni legislative, che permettono di regolamentare l'apertura degli istituti scolastici attraverso un attento scrutinio delle condizioni e delle motivazioni. Siamo passati, dice compiaciuto il ministro Blanquer citato dal quotidiano Le Figaro, “da una situazione passiva a una offensiva”.

 

 

                                                             f. s. 
                                                                                    

 
 

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