FOGLIO LAPIS - GIUGNO - 2014

 
 

Un'inchiesta della Commissione di Bruxelles condotta in 32 paesi (i 28 dell'Unione più l'Islanda, il Lichtenstein, la Norvegia e la Turchia) analizza la crisi della professione docente, le sue cause e i possibili rimedi – Un problema economico e un problema d'immagine frenano la propensione dei giovani a indirizzarsi verso l'insegnamento – Fra le proposte della Commissione un pre-salario durante la formazione, in cambio dell'impegno a otto anni in cattedra

 

Insegnare è una bellissima professione, ma con i tempi che corrono richiede, oltre alla vocazione, qualcosa di molto simile allo spirito di sacrificio. Il problema non riguarda soltanto l'Italia ma coinvolge i docenti di tutti i paesi d'Europa. Ovunque c'è carenza d'insegnanti, e nel fuoco del problema figurano due cause fondamentali: il lavoro è mal retribuito, l'immagine del docente nella società non ha più da tempo l'antico prestigio. La Commissione dell'Unione Europea ha deciso d'indagare su questo fenomeno, che riguardando la scuola ha evidenti ripercussioni sul futuro di tutti noi, ordinando un 'inchiesta sulla condizione docente in trentadue paesi: i ventotto dell'Unione più l'Islanda, il Lichtenstein, la Norvegia e la Turchia.

Sono stati interpellati più di ottantamila fra insegnanti, studenti e capi d'istituto. Il verdetto è praticamente lo stesso in tutti i paesi considerati, a parte qualche diversa accentuazione locale. La professione docente è in crisi, nel senso che non esercita più sui giovani quell'attrattiva che una volta la contraddistingueva. Molti docenti dichiarano di avere scelto questo mestiere per vocazione, ma un terzo degli intervistati conta di cambiare lavoro, nonostante la crisi renda ben difficile trovare altri sbocchi. Inoltre il progressivo invecchiamento della popolazione rischia di peggiorare le cose, soprattutto in paesi come l'Italia, la Germania, la Svezia dove questa tendenza demografica è più pronunciata che altrove.

L'indagine ordinata dalla Commissione vuole avere carattere propositivo. Infatti il rapporto finale porta un titolo pragmatico e orientato verso il futuro: Come rendere più attraente il mestiere d'insegnante. Appunto, come renderlo più attraente? Secondo lo stile caratteristico degli organi dell'Unione Europea, è stata preparata una lista di raccomandazioni che vengono rivolte ai governi. Prima di tutto le retribuzioni, che devono essere adeguate all'elevato livello di studi richiesto per accedere a questa professione. Poi si suggerisce di premiare il merito, accelerando gli aumenti di stipendio per gli insegnanti più efficienti (ovviamente questa raccomandazione apre il problema della valutazione). Altra proposta interessante, l'istituzione di un pre-salario da garantirsi ai giovani durante la formazione, condizionato all'impegno di esercitare la professione docente per almeno otto anni. E ancora si accentua la necessità di una formazione continua che dovrebbe essere obbligatoria e gratuita.

Gli esperti della Commissione di Bruxelles raccomandano infine di curare l'immagine del docente, restituendole quel ruolo di prestigio nella società di cui godeva un tempo. Si tratta di elaborare una strategia di comunicazione in modo che il cinema, la televisione, la stampa vedano nel docente quello che realmente è: una figura chiave da cui dipende in buona misura il nostro futuro. Tutti propositi bellissimi, che purtroppo dipendono da un'adeguata disponibilità di risorse. E con i tempi che corrono non c'è da farsi troppe illusioni, almeno nel breve termine.

                                                          f. s. 
                                         

    


                                                  

 
 

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis giugno 2014

 

Mandaci un' E-mail!