FOGLIO LAPIS - GIUGNO 2004

 
 

I costi crescenti della carta e della stampa sono diventati un incubo per l'industria editoriale - Per questo è in arrivo il giornale elettronico - Non c'è bisogno di computer per leggerlo: basta un sottile foglio di plastica sul quale compaiono i testi - Ottima la visibilità, assai contenuti i costi - L'e-paper consuma energia solo quando carica parole e immagini, non quando lo si legge - La stessa tecnologia rivoluziona anche l'e-book: più che un libro una biblioteca

 

 

Il giornale del futuro non si sfoglia nè si butta dopo averlo letto. Non è infatti un fascicolo di carta, destinato rapidamente a invecchiare. É un foglio, un singolo foglio di materiale sintetico, insomma un supporto fisso: ma non ha niente a che vedere con i supporti che già conosciamo, come i monitor catodici o a cristalli liquidi sui quali compaiono i giornali in rete. Quando lo avremo letto, lo potremo piegare o arrotolare, e tenere in serbo per la prossima edizione. Al momento giusto, basterà applicarlo a un portale di connessione, probabilmente disponibile in futuro in quelle che oggi sono le edicole oppure attraverso il computer di casa o d'ufficio, e in pochi istanti caricherà i nuovi titoli, i nuovi articoli e le nuove immagini. Sarà soltanto durante la carica che l'e-paper consumerà energia: non quando lo leggeremo. I tecnici che stanno mettendo a punto questo progetto ne garantiscono dunque l'economicità: anche perché si presume che il supporto verrà fornito gratuitamente dagli editori, o al più caricato di un prezzo puramente simbolico. Infatti il giornale da non buttare avrà costi tutt'altro che proibitivi, a differenza di una sua versione sperimentale tentata qualche anno fa dall'americana Ibm, che aveva invece l'inconveniente di un costo improponibile sul mercato.

É anche assicurata un'ottima leggibilità. A differenza degli schermi a cristalli liquidi, il giornale elettronico non richiede un preciso angolo di visione: anche da questo punto di vista sarà insomma in tutto e per tutto simile ai quotidiani di carta cui siamo abituati. Lo si potrà leggere anche in pieno sole, in spiaggia per esempio. Il miracolo è reso possibile da una meraviglia tecnologica chiamata inchiostro elettronico. Si tratta di un liquido chiaro popolato da milioni di microcapsule dal diametro corrispondente a quello di un capello, ognuna delle quali contiene particelle bianche con carica positiva e particelle nere con carica negativa. Siamo come si vede nella logica del binario. In presenza di campo elettrico negativo, le particelle nere si collocano sulla parte superiore della microcapsula, se il campo è negativo emergeranno invece le particelle bianche, mentre con dosaggi appropriati si può percorrere la scala dei grigi. Ora, poiché il liquido contenente le microcapsule è contenuto in una sottilissima pellicola di plastica, è possibile organizzarle per via elettrica in modo da formare in superficie quell'alternanza ordinata di bianchi, neri e grigi che permette di produrre parole e immagini. É dunque un altro passo avanti nella storia millenaria della scrittura.

Sulla frontiera più avanzata di questa tecnologia sono attivi gli specialisti di un gruppo formato da una dozzina di quotidiani svedesi e la compagnia olandese Philips. Un prototipo dell'e-paper, realizzato per conto del gruppo europeo dalla giapponese Sony, è già stato sperimentato a Malmö, mentre un altro è in preparazione a Tokyo. Secondo Stig Nordqvist, uno degli specialisti svedesi coinvolti nell'iniziativa, entro una quindicina d'anni l'e-paper sarà diventato uno strumento d'informazione di uso comune. Non è un caso che a promuovere questo progetto sia un gruppo di quotidiani: è infatti proprio il giornale tradizionale quello che nella nuova tecnologia troverà la sua salvezza. Non si trattava, com'è stato per il caso dei periodici on-line, di fornire un nuovo canale di distribuzione: l'obiettivo dell'e-paper è senz'altro quello di sostituire la stampa su carta. Con enormi vantaggi non soltanto per i costi delle aziende editoriali, ma anche per l'ambiente, visto che proprio per la stampa dei giornali si consuma una quantità di carta, dunque di legname, che ogni anno che passa è sempre meno ecologicamente sostenibile. Se proprio vogliamo cercare il lato negativo dell'innovazione, possiamo citare il quotidiano britannico Financial Times. Questo sistema ha un difetto, faceva notare tempo fa l'austero organo della City londinese: finiranno con il mancarci quei giornali vecchi che servivano per incartare le uova o imbottire la gabbia del canarino.

Con lo stesso inchiostro elettronico, sviluppato e prodotto dalla compagnia americana E-Ink, è ovviamente possibile "stampare" anche libri. Si parla di e-book, libro elettronico, ma di volumi può contenerne tanti: insomma più che un libro è una biblioteca. Come nel caso del giornale, è agevole da leggersi esattamente come i libri che siamo abituati a sfogliare. Già sul mercato in Giappone, dove costa 300 euro, sarà presto proposto nel mondo intero dalla triade euro-nippo-americana Philips-Sony-E-Ink: è un supporto che pesa meno di due etti, e con i suoi dieci megabytes di memoria può immagazzinare cinquecento libri da 250 pagine. Inoltre può contenere dizionari, sistemi di traduzione (e speriamo che siano meno approssimativi di quelli disponibili in rete), guide alla pronuncia. É insomma non soltanto un mezzo per semplificare, ad esempio, la scelta delle letture da portarsi in vacanza, ma anche un potenziale maestro di lingue straniere.

                                          r.f.l.

 

 
 

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis giugno 2004

 

Mandaci un' E-mail!