FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO- 2023

 

Gli obiettivi dell'istruzione primaria tedesca, come la semplice alfabetizzazione, non sono perfettamente centrati. Eppure la politica educativa domina le campagne elettorali. Il fatto è che troppi attori sono sulla scena, lo Stato, i Laender, i Comuni...

 

É accettabile che una parte non indifferente dei bambini tedeschi attorno ai dieci anni di età abbia vistose lacune nella lettura e nella scrittura? No di certo, e dunque nei Laender della Repubblica federale si dibatte sulle lacune della scuola primaria. Su queste tematiche il settimanale Der Spiegel ha recentemente pubblicato un'intervista a Franziska Brandmann, esperta di problemi educativi nel partito liberal-democratico. Questa realtà, sostiene costei, è uno schiaffo a tutti coloro che negli ultimi anni hanno svolto ruoli di responsabilità nel sistema educativo. Si direbbe, aggiunge, che la scuola tedesca sia praticamente abbandonata a se stessa.

Eppure, ribatte l'intervistatore, la pubblica istruzione occupa un ruolo centrale nelle campagne elettorali. In particolare il suo partito indica come obbiettivo centrale della sua politica il raggiungimento dell'educazione migliore del mondo per tutti. Perché all'atto pratico i risultati non confermano queste promesse? Tutti i partiti compreso il mio, risponde Brandmann, insistono volentieri sulla constatazione che “i bambini sono il nostro futuro”. Disgraziatamente trasformano questa opinione in concreti programmi di cambiamento troppo di rado e troppo lentamente. Il problema secondo lei è complicato dal fatto che troppi sono gli attori sulla scena della politica educativa: lo Stato federale, i Laender, i comuni.

Per esempio il problema della mancanza d'insegnanti viene affrontato in modi diversi nei singoli stati, spiega: in pratica ostacolando la possibilità di assumere personale proveniente da altri Laender. Dunque lei, replica Der Spiegel, auspica il superamento del federalismo nell'istruzione pubblica... Risposta di Brandmann: ma no, trovo giusto che i singoli stati continuino ad avere voce in capitolo sui piani di studio, per esempio. Ma dove i Laender non raggiungono i risultati che si prefissano, soltanto un intervento federale può sbrogliare la matassa. Insomma ci vuole cooperazione fra i vari livelli istituzionali, il governo centrale non deve limitarsi a stanziare più fondi per il sistema educativo e in particolare per l'edilizia scolastica, ma anche intervenire per raggiungere standard minimi di efficienza e di rendimento.

 

                                       v. l.


 

 


                                           

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