FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO- 2021

 

Due insegnanti di liceo costretti allo sciopero della fame per denunciare una serie di aggressioni che da tempo colpiscono il corpo docente. Un problema comune a molte scuole francesi, soprattutto nelle aree urbane più degradate. Fra le cause, le restrizioni imposte dalla pandemia

 

Racconta il quotidiano parigino Le Monde che Pierre R. e Leila M, due insegnanti in una scuola secondaria di secondo grado, il collegio Lucue Aubrac di Givors, nei pressi di Lione, hanno cominciato uno sciopero della fame. La decisione di rinunciare al cibo, riducendo la dieta all'acqua e a qualche brodino, intende denunciare la condizione di pericolo costante in cui vive il corpo docente, vittima frequente di aggressioni e intimidazioni da parte di alcuni alunni. L'eco che la notizia ha avuto sulla stampa segnala che il problema non si limita certo a quel piccolo centro sul Rodano, ma angustia d tempo l'intero sistema scolastico francese.

Il clima nella nostra scuola, fanno sapere i due docenti, da sempre piuttosto pesante è diventato insopportabile. Nel mese di gennaio le aggressioni si sono moltiplicate. Un giorno al culmine di un alterco un allievo ha scagliato un paio di forbici contro un professore, mancandolo di poco. Un'altra colta una sua collega è stata circondata e pesantemente intimidita da tre ragazzi all'uscita da scuola. Un trzo insegnante è stato inseguito da alcuni allievi in auto mentre rientrava a casa in bicicletta. A questo punto si è riunito il corpo docente per tentare di tradurre l'esasperazione e l'insicurezza personale in un'azione di contrasto. Si è deciso così di denunciare le lacunose misure di protezione mentre Pierre R. e Leila M. hanno scelto la via dello sciopero della fame.

Nello specifico, i due insegnanti chiedono che la loro scuola venga classificata fra quelle sottoposte al regime di “educazione prioritaria rafforzata”. Questo implica lo sfoltimento delle classi e dunque una maggiore possibilità di contatto e di controllo sugli alunni. Quello che vogliamo, hanno dichiarato a Le Monde, è promuovere un'azione non violenta che possa permettere al collegio di garantire la regolarità dei corsi. Dall'inizio di questo anno scolastico, precisa Pierre R., che a Givors insegna storia e geografia, ci sono state sette aggressioni gravi e un'infinità di intimidazioni all'apparenza minori, ma tali da farci vivere in un perenne stato d'inquietudine.

Non si tratta certo di un fenomeno isolato, fanno sapere i dirigenti scolastici di Lione. Nell'insieme di quel distretto nei primi due mesi dell'anno scolastico somo stati registrati 292 episodi gravi contro i 170 dell'anno precedente. La gravità si riferisce al fatto che sono state colpite le persone o i loro beni. Il problema delle violenze a scuola riguarda del resto l'intero sistema scolastico francese (e non soltanto francese!) Una delle possibili spiegazioni sta probabilmente nell'emergenza sanitaria, che limitando le possibilità espressive degli adolescenti concentra la loro insofferenza e la loro esuberanza su obiettivi a portata di mano, come i compagni e i docenti nelle aule scolastiche. E in questa situazione oggettivamente critica gli insegnanti sono soli, e la loro condizione d'insicurezza fa sì che non sempre riescono a impostare il dialogo con i ragazzi in modo che non degeneri in rissa.

 

 

                                       r. f. l.

 

 


                                           

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