FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO - 2018

 
 

La tradizionale prova di maturità del sistema scolastico francese sarà profondamente ristrutturata – La riforma si propone di raggiungere gli obiettivi indicati da Emmanuel Macron durante la campagna elettorale che lo ha portato alla presidenza: semplificare l'esame, renderlo credibile, farne un passaggio efficace verso l'istruzione superiore – Il baccalauréat avrà meno prove e i risultati ottenuti durante gli anni di scuola conteranno di più

 

Il baccalauréat, la tradizionale prova d'esame che conclude la scuola secondaria francese, sta per essere profondamente modificato. Durante la campagna elettorale che lo ha portato alla presidenza, Emmanuel Macron aveva sostenuto la necessità di un adeguamento del bac ai tempi moderni, e in proposito aveva indicato tre obiettivi: semplificare l'esame, renderlo maggiormente credibile come misuratore della maturità, trasformarlo in un efficace momento di passaggio all'istruzione superiore. E così il ministro dell'educazione Jean-Michel Blanquer ha incaricato uno specialista, Pierre Mathiot, di elaborare un progetto che permettesse di raggiungere questi obiettivi, mentre il primo ministro Edouard Philippe ha promesso che la riforma entrerà in vigore non più tardi del 2021. Mathiot, che ha diretto il dipartimento di scienze politiche dell'università di Lilla, si è messo al lavoro, ha consultato docenti genitori e studenti e lo scorso dicembre ha presentato la sua proposta, che verrà perfezionata dopo un nuovo ciclo di consultazioni con gli operatori scolastici.

Ecco dunque, al posto del bac ormai bicentenario, la sua introduzione risale infatti alla Francia napoleonica, il nuovo esame di maturità adeguatamente alleggerito in sintonia con il  nostro tempo: ci saranno meno prove, mentre la valutazione terrà conto in larga misura dei risultati raggiunti nel corso degli anni di liceo. Mathiot propone di dividere il bac in due parti, ognuna delle quali con due prove. La parte seconda e conclusiva, al termine dell'ultimo anno scolastico, consisterà in una prova scritta di filosofia, intesa in senso lato come materia universale, e una orale su un tema sul quale l'alunno avrà svolto approfondite ricerche nei mesi precedenti. Le due prove conteranno complessivamente per il 35 per cento sulla valutazione finale. Saranno ancora gli stessi studenti a scegliere le materie delle due prove che costituiranno la prima parte dell'esame, che si svolgerà in primavera per iscritto, secondo l'indirizzo scelto per gli studi superiori, il cui esito conterà per il 25 per cento sulla valutazione finale. Un esame, dunque, parzialmente “alla carta”.

Le altre discipline saranno valutate nel corso dell'anno, attraverso il cosiddetto controllo continuo, con una particolare accentuazione del ruolo dell'espressione orale. Si parla di prove anonime e fissate non dalle singole scuole ma su base nazionale, mentre nulla muterà per quanto riguarda la prova finale, scritta e orale, di francese. Scompariranno i tradizionali trimestri: come all'università l'anno scolastico si dividerà in due semestri, nel corso dei quali ogni studente potrà orientare i propri studi verso l'indirizzo che avrà scelto per l'istruzione superiore. Per coloro che non avranno superato la prova ma si saranno avvicinati alla sufficienza, scompariranno anche i cosiddetti esami orali di riparazione, sostituiti da un consulto dei docenti che decideranno sulla base dei rendimenti complessivi se elargire o no i voti che mancano.

Il baccalauréat cesserà dunque di essere lo spauracchio, l'incubo che è stato per generazioni di francesi,soprattutto in considerazione del fatto che per buona parte ogni studente potrà confezionarselo su misura.

 

                                                          l. v.                                    

    


                                                  

 
 

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