FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO - 2018

 
 

Secondo un'indagine di skuola.net soltanto il 45 per cento degli studenti italiani partecipa quest'anno al tradizionale rito dell'escursione culturale – La ragione principale è la riluttanza dei docenti-accompagnatori, scoraggiati dalla responsabilità implicita – Ma si registra anche un crescente rifiuto da parte dei ragazzi, molti preferiscono limitare alle ore in classe il contatto con i compagni – Firenze, Napoli, Roma, Berlino, Londra le mete predilette

 

A quanto pare la gita scolastica, tradizionale rito delle nostre classi, che generalmente in primavera riempiva di ragazzi le città d'arte, è decisamente in ribasso. Quest'anno partiranno in pochi, meno della metà, precisamente il 42 per cento degli studenti. É quanto emerge da un'indagine condotta dal portale online skuola.net. Se consideriamo che appena il tre per cento degli alunni ha già fatto la sua gita prima delle date di marzo e aprile che di solito sono le preferite, risulta che ben oltre la metà dei ragazzi, il 55 per cento, rinuncia quest'anno al rito collettivo della gita.

Le cause del fenomeno sono molteplici. Intanto si precisa che quasi la  metà dei ragazzi che restano a casa rinunciano malvolentieri alla gita scolastica. Lo devono fare soprattutto perché sono sempre meno gli insegnanti disposti a sobbarcarsi la responsabilità dell'accompagnamento: questa motivazione spiega un quarto delle rinunce. Altre cause sono quelle di carattere disciplinare mentre infine fa capolino una motivazione dettata dalle tristi cronache dei nostri giorni: la paura di attentati terroristici.

C'è infine un numero marginale ma crescente di ragazzi che anche se la classe va in gita decide di non partecipare. Spesso questa decisione è legata al fatto che in questo tempi di crisi molte famiglie non possono permettersi di pagare le spese del viaggio. Inoltre si registra una motivazione che forse può sorprendere: molti fra i ragazzi che rinunciano spontaneamente alla gita, quasi un terzo del totale, lo fanno semplicemente perché non hanno voglia di stare con i compagni di classe. Bastano e avanzano, per loro, le ore di scuola. É chiaro che siamo di fronte a quei ragazzi che preferiscono consacrare il tempo libero alla rete, per loro il contatto digitale è più importante di quello effettivo. Ma del resto anche gli alunni in gita non fanno che trafficare con i loro telefoni, immersi nelle seduzioni di internet, dunque apparentemente indifferenti alla gita intesa, come dovrebbe essere, quale momento di socializzazione con i compagni e con gli insegnanti.

Quanto a quelli che partono, le loro destinazioni preferite sono in Italia. Firenze ijn assoluto la meta prediletta, seguita da Napoli, Roma, Palermo, Torino e Trieste. Chi preferisce il turismo sportivo a quello storico-artistico va ad affollare le località consacrate agli sport invernali, che complessivamnente si collocano al quarto posto nella graduatoria delle mete preferite. Chi invece sceglie di andare all'estero, il 43 per cento, si dirige verso una delle grandi capitali europee. Esercitano un richiamo particolare Berlino, Londra, Praga, Atene e Vienna, che occupano nell'ordine le prime posizioni. I mezzi di trasporto più frequentemente usati sono il pullman per le destinazioni italiane, i voli a basso costo per quelle straniere.

 

                                                          f. s.                                    

    


                                                  

 
 

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