FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO - 2015

 
 

Secondo la valutazione di un esperto inglese, le interruzioni dovute al negativo comportamento in classe provocano a ogni allievo per ogni anno la perdita di 130 ore di apprendimento – D'altra parte proprio il caos che spesso regna nelle aule è fra le cause della disaffezione professionale di molti docenti – Una proposta: ricorrere a insegnanti addestrati proprio per la cura dei comportamenti – Toccherà a loro mantenere l'ordine in classe

 

Il governo britannico prova a ridare lustro al mestiere di docente, attraverso una campagna che cerca di motivare i giovani a questa scelta professionale. Ma l'impresa si rivela più difficile del previsto, perché sono molte le ragioni d'insoddisfazione che gli insegnanti trasmettono all'opinione pubblica, scoraggiando così i giovani che altrimenti potrebbero immaginare il loro futuro in cattedra. Il corpo docente lamenta che far bene questo mestiere è estremamente faticoso, che oltretutto bisogna continuamente adeguarsi ai cambiamenti imposti nella didattica e nei programmi, e che per di più il prestigio sociale di questa professione non è altro che un ricordo del passato.

Ma c'è un'altra ragione di scontento che sta scalando da anni questa particolare classifica.  É la crescente e dilagante indisciplina nelle classi. In un intervento sul quotidiano The Sun il “segretario ombra” all'educazione Tristram Hunt traccia un quadro desolante: “ragazzi che giocano con gli smartphones, che girellano fra i banchi, che chiacchierano in fondo all'aula”. Come se non bastasse, nelle scuole del Regno Unito si registrano ogni giorno in media cinquantacinque aggressioni. Hunt ha fatto un rapido calcolo, arrivando alla conclusione che il disordine comportamentale nelle classi produce ogni anno, per ogni allievo, la perdita media di centotrenta ore di apprendimento.

Insomma un fenomeno d alle gravi implicazioni, che non riguardano soltanto i singoli ragazzi responsabili (che a loro volta alimentano fenomeni come l'assenteismo, il bullismo, oltre ad avere generalmente pessimi risultati in termini di rendimento scolastico), ma incidono evidentemente anche sugli altri. Impossibile concentrarsi in mezzo al caos, fa notare Hunt. É inoltre inaccettabile che un docente debba operare nel timore di essere intimidito o aggredito. Che fare? Il contrasto repressivo che si è usato finora non ha dato i risultati sperati: non basta espellere dalla scuola i ragazzi più riottosi, né ha prodotto risultati soddisfacenti l'uso di insegnanti di sostegno per seguire i singoli alunni.

D'altra parte non si possono certo reintrodurre quelle punizioni personali che hanno assicurato a lungo nelle scuole britanniche un ordine passivamente fondato sulla paura.  Ora il segretario ombra lancia una proposta: introdurre nella scuola insegnanti espressamente addestrati a occuparsi del comportamento in classe. Toccherà a loro il compito di riportare l'ordine perduto nelle scuole di Sua Maestà.

                                                          l. v. 
                                         

    


                                                  

 
 

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