FOGLIO LAPIS - DICEMBRE- 2021

 

Valérie Pécresse, candidata gollista alle presidenziali francesi, propone di applicare quel modello al 10 per cento delle scuole pubbliche. Ma una tribuna di Le Monde rivela che nell'esperienza americana gli svantaggi superano i vantaggi. Meglio il modello finlandese

 

Importare dagli Stati Uniti il modello delle charter schools. É quanto propone Valérie Péecresse, che come candidata del partito gollista e conservatore Les Républicains alle elezioni presidenziali francesi si appesta a sfidare Emmanuel Macron. Più precisamente suggerisce, ispirandosi erroneamente ai sistemi educativi britannico e svedese, di trasformare un decimo degli istituti d'istruzione francesi dipendenti dal governo in “scuole pubbliche sotto contratto”. Dovrebbero operare nei territori disagiati, come le grandi periferie urbane dove il meccanismo scolastico funziona male tra mille difficoltà generando la piaga degli abbandoni precoci. Godrebbero della stessa autonomia delle scuole private, il 15 per cento del sistema educativo francese, con la sola differenza che in virtù della particolare finalità sociale sarebbero alimentate con risorse pubbliche.

Il modello che la candidata all'Eliseo ha in mente è in realtà quello delle charter schools americane, che rappresentano il sette per cento del meccanismo educativo degli Stati Uniti. Si tratta di istituti finanziati dal governo che operano indipendentemente dal sistema scolastico statale. Godono insomma di larga autonomia nelle scelte educative, limitate soltanto dal dovere di conformarsi ai principi fondamentali fissati dalla Costituzione. Libere dalle regole, le charter schools sono invece tenute a garantire i risultati, cioè il rendimento scolastico. La loro funzione fondamentale è quella di operare in libertà nelle aree più degradate degli Stati Uniti, dove il sistema scolastico tradizionale fatica a stare al passo delle difficoltà economiche e culturali e quindi non riesce a raggiungere i suoi obiettivi.

Sulla proposta della candidata Pécresse il quotidiano parigino Le Monde ha aperto una tribuna animata da due specialisti, il pedagogista americano Samuel Abrams e il francese Philippe Bongrand. Le conclusioni alle quali approdano non sono affatto incoraggianti, perché il sistema praticato negli Stati Uniti non è privo di effetti negativi. Prima di tutto si registra che i dirigenti delle charter schools, ovviamente desiderosi di raggiungere quei buoni risultati che assicureranno la continuazione dei finanziamenti pubblici, tendono a usare la loro autonomia per assicurarsi gli alunni relativamente migliori. In questo modo scaricano sulle scuole pubbliche, che ovviamente non possono fare distinzioni, il peso degli alunni difficili. Proprio quelli di cui dovrebbero occuparsi. Trapiantato in Francia, fanno notare i due studiosi, questo sistema rischierebbe di peggiorare la situazione, senza attenuare i problemi di disparità e di segregazione di cui soffre la società transalpina.

Abrams fa inoltre notare che per raggiungere i loro obiettivi le charter schools americane tendono a privilegiare una pedagogia autoritaria, di tipo quasi militare, per cui la finalità dell'emancipazione viene resa praticamente irraggiungibile dall'insistenza sul principio dell'obbedienza. Infine la necessità d'inseguire gli esiti prefissati si traduce in una fortissima pressione non soltanto sugli alunni ma anche sugli insegnanti. Questo determina frequenti abbandoni da parte del corpo docente, con ovvie conseguenze negative sulla qualità dell'insegnamento e sulla continuità didattica.

Gli specialisti interpellato da Le Monde invitano dunque Valérie Pécresse, se vuole cercare ispirazione da modelli stranieri, a considerare piuttosto il caso della Finlandia, che sistematicamente primeggia nelle valutazioni internazionali del rendimento scolastico. Li ottiene non soltanto perché il Paese è relativamente piccolo e la sua società tipicamente omogenea. Il fatto che altri Paesi di simile condizioni sono molto lontani da queste performances dimostra che c'è dell'altro: la scuola finlandese riesce a conquistare l'impegno degli allievi offrendo corsi di musica, arte, carpenteria e cucina. Sarà questo il segreto del successo?

 

 

                                                                 f.  s.

 

 


                                                  

Clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter!

 

Torna al Foglio Lapis

 

Mandaci un' E-mail!