FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2013

 
 

L'ultima indagine PISA (Programme fur International Student Assessment) rivela che il bilancio educativo del nostro sistema scolastico è in via di miglioramento – Tuttavia siamo ancora sotto la media fra i sessantacinque ordinamenti considerati – Inoltre si conferma la tradizionale asimmetria fra le regioni del Nord e il Mezzogiorno – Lo strano caso della Svezia, pochi anni or sono ai vertici del rendimento scolastico, ora precipitata sotto la media

 

                        

Abbiamo una notizia buona e una cattiva. La buona: il sistema scolastico italiano ha compiuto qualche passo avanti, migliorando le sue pessime prestazioni. La notizia cattiva: questo progresso non basta a riportarci in media fra i paesi considerati, per tacere degli inarrivabili vertici della graduatoria internazionale. É questo in estrema sintesi il quadro fornito dalla più recente indagine PISA (Programme for International Student Assessment). Si tratta di uno studio comparativo svolto ogni tre anni per conto dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), sulle competenze matematiche, linguistiche e scientifiche degli alunni quindicenni, che nella sua ultima versione, realizzata nel 2012, ha considerato sessantacinque ordinamenti scolastici. Come sempre le posizioni di eccellenza sono occupate da alcuni paesi asiatici (Cina, Corea, Giappone), mentre fra gli europei primeggiano Svizzera, Liechtenstein, Olanda, Estonia, Finlandia. In coda Peru, Indonesia, Qatar, Colombia, Giordania.

Quanto all'Italia, si colloca esattamente a metà strada fra il vertice e la coda. Se gli alunni di Shanghai hanno totalizzato 613 punti per competenze matematiche, 570 per capacità di lettura e 580 per conoscenze scientifiche, ai nostri ragazzi sono stati attribuiti rispettivamente 485, 490 e 494 punti. In fondo alla lista, i dati relativi al Peru sono 368, 384 e 373. Da notare che il risultato italiano, per quanto migliore di quelli registrati nelle rilevazioni precedenti, rimane al di sotto della media, che per i tre campi d'indagine è fissata rispettivamente a 494, 496 e 501. Tuttavia è grande lo squilibrio geografico dei dati italiani: i quindicenni del Trentino, del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto sono largamente al di sopra della media e vicini ai livelli svizzeri e olandesi, quelli della Campania e della Sicilia si accostano invece alle valutazioni dei loro compagni della Romania, che occupa il quarantacinquesimo posto in graduatoria (l'Italia nel suo insieme è al trentaduesimo).

L'indagine PISA conferma anche le migliori prestazioni dei ragazzi in matematica, delle ragazze nella lettura. Si registra infine in Italia una tendenza incoraggiante: i gruppi socio-economicamente svantaggiati progrediscono più velocemente di quelli avvantaggiati. Tuttavia il divario resta grande, a danno sia dei ragazzi provenienti da contesti urbani disagiati, sia degli immigrati che ormai costituiscono il 7,5 per cento della popolazione scolastica. Lo squilibrio fra Nord e Sud, e fra i gruppi a seconda delle condizioni economiche e sociali, di registra non soltanto nel rendimento ma anche nell'impegno, per esempio in fatto di assiduità alle lezioni. Si registra una tendenza abbastanza significativa a “fuggire” dalle ore di matematica.

Nel panorama internazionale, una novità che fa discutere è quella che riguarda la Svezia. Un tempo il sistema scolastico svedese si piazzava ai piani alti della graduatoria, al punto che il paese scandinavo era tradizionalmente meta di missioni di studio da parte dei responsabili scolastici di altri paesi. Ma quest'anno si registra un crollo: la Svezia è precipitata al trentottesimo posto in graduatoria, alle spalle dell'Italia e ben al di sotto della media. Che cosa è accaduto? Fra le possibili cause la recente riforma che ha esteso i finanziamenti pubblici alle scuole private, che dunque hanno appesantito l'indagine con i loro rendimenti mediamente più bassi. Più in generale una politica volta a mescolare nelle stesse classi alunni provenienti da contesti socio-economici diversi. Come sempre, e come dimostrano i rendimenti asiatici, sono le società più omogenee, dunque le più omogenee classi che esprimono, a ottenere i migliori risultati. Jan Björklund, ministro dell'istruzione, assicura che “la Svezia tornerà al vertice”. E lo farà senza sacrificare il concetto di uguaglianza e l'obiettivo dell'integrazione.

                                                        a. v. 
                                         

  


                                                  

 
 

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