FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2010

 
 

Quasi la metà dei ragazzi francesi al termine della scuola secondaria è deficitaria in fatto di competenze matematiche – I risultati di uno studio condotto dal ministero dell’Educazione nazionale rivelano una situazione inattesa – Scarsa familiarità con i concetti di durata, volume, lunghezza, incapacità di calcolo mentale – Sotto accusa l’uso della calcolatrice - Largamente ignorati i fondamentali della cultura scientifica

 

Fra un quarto e un terzo degli allievi delle scuole secondarie francesi si fanno impartire ripetizioni di matematica al di fuori dell’orario scolastico: eppure questo diffuso ricorso ad aiuti esterni non basta a risollevare una situazione assai deludente. Secondo una ricerca condotta dal ministero dell’educazione nazionale, soltanto il 56 per cento dei collégiens, gli allievi dei due cicli d’istruzione secondaria, dimostra alla fine degli studi, cioè al momento del baccalauréat, di possedere sufficienti competenze matematiche. Illustrando i risultati di questa indagine, il quotidiano parigino Le Monde fa notare che questo dato è particolarmente problematico in vista di una scadenza ormai imminente. Nel 2011 entrerà infatti in vigore una norma che impone, per ottenere il diploma alla fine dell’istruzione obbligatoria, la padronanza di un minimo “zoccolo di competenze”.

Da questo zoccolo minimo quasi la metà dei ragazzi francesi è dunque lontana, almeno in riferimento alla matematica. Lo studio ministeriale rivela che il 44 per cento di loro non va oltre qualche conoscenza elementare, ma è incapace di un vero ragionamento matematico, non riesce a gestire mentalmente nozioni quali la durata, la lunghezza o il volume. Non hanno insomma assorbito gli insegnamenti ricevuti, sanno solo rispondere a domande elementari su questioni intuitive. Sono distanti da concetti come l’ordine di grandezza, per non parlare di questioni apparentemente astratte come quelle che attengono all’algebra.

Secondo gli analisti del ministero dell’educazione fra le cause di questa scarsa familiarità con l’universo matematico c’è anche la perduta abitudine al calcolo mentale, ormai soppiantato dal ricorso alle calcolatrici. Non a caso fra i lettori di Le Monde che commentano questa notizia c’è la testimonianza di un collégien immigrato dalla Russia, che dichiara la sua sorpresa quando ha scoperto che nella classe francese in cui si era trasferito era permesso l’uso della calcolatrice, assolutamente vietato nel suo paese d’origine. Sullo sfondo una sorta di “ansietà” nei confronti della matematica, tanto più sconcertante nel paese che, da Cartesio in poi, allo sviluppo di questa scienza ha dato un contributo di straordinaria importanza. Più che uno strumento essenziale per aiutarci a decifrare il mondo, la matematica è vista semplicemente come un arduo ostacolo da superare: e proprio per questo è più difficile superarlo.

I responsabili francesi dell’istruzione lanciano dunque un messaggio d’allarme: è infatti in gioco la padronanza di quei fondamentali della cultura scientifica che nel mondo di oggi, globalizzato e duramente concorrenziale, devono essere largamente condivisi. Secondo le periodiche analisi comparate PISA (il programma per la valutazione internazionale degli studenti: dell’ultima rilevazione si parla in altra parte di questo giornale) il problema coinvolge molti paesi occidentali, allargandosi dalle competenze matematico-scientifiche fino alla stessa attitudine alla lettura.

 

                                                          l. v. 
                                         

    


                                                  

 
 

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