FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2001

 
 

Fra undici settembre e due novembre, utili riflessioni sulla guerra e sulla morte – Non occorre molto per stimolare l’immaginazione e far sgorgare i fiotti della Fantastica: per esempio può bastare l’omissione di qualche verbo e di qualche virgola – E così saltano fuori, fra l’altro, una “nonna di legno” decisamente collodiana, o una “zia a cento piani” che lascia davvero perplessi

 

Se scoppia la guerra, gli abitanti di Lucca diventano Lucchetti, quelli di Pistoia Pistole: tutti maschi i primi, tutte femmine le seconde… E si torna al tempo delle classi separate: di soli maschi o di sole femmine. Perché la Guerra è idiota: non c’è niente che dia l’idea dell’infinito quanto la stupidità della Guerra!”, dicevo ai ragazzi della scuola alberghiera di Aulla chiusi dentro un’Auletta per iniziare a congegnare la Fantastica. “Vedete”, dicevo loro: “Auletta è in provincia di Salerno, e qui siamo a Aulla in provincia di Massa Carrara… Cos’è che non va?”.   

Ilaria Settimelli, insegnante di “contegno”, materia specifica della scuola alberghiera, che mi aveva seguito coi ragazzi dentro quella Auletta, non capiva. Poi arrivarono le femmine. Ci fu una scomposizione perfetta di ragazze in ragazzi e viceversa: uno sdoppiamento. Una ragazza lesse il lavoro che loro, le ragazze, avevano fatto, intitolato “La Guerra e il Mare” dedicato ai ragazzi della “Garibaldi”:

 

    Quando i pesci

     fanno a cozze

     il mare è pieno di rombi.

     E in acqua non c’è scampo.

 

Seguì l’alzabandiera per annunciare agli alberghi di Massa e Viareggio che il laboratorio di Fantastica era iniziato a quell’ora: l’ora del dessert. E fu tutto un programma: “UNA VOCE NEL DESSERT”.

Generalmente, nelle scuole alberghiere italiane a terra, la bandiera viene adoperata come uno straccetto: serve a ripulire il mento di porte e finestre dalla polvere. In mare è diverso, perché polvere ce n’è di meno, e si vedono meglio le stelle. “Le strisce che si vedono in mare dietro le navi, sono bianche come la polvere, ma non sono di polvere. Così quelle che si formano in cielo dietro ai jet: sono bianche, ma non sono di polvere”, dissi facendo osservare la bandiera americana, alla scuola alberghiera di Aulla, poco dopo l’Undici Settembre: una data micidiale!

Riprendemmo a congegnare la Fantastica davanti a questa foto:

 

 

Ripetemmo:

 

    Si sta come

     d’autunno

     sugli alberi

     le foglie…

 

Dissi: “Il Bosco di Courton dove è nata la poesia può essere, per me, il Bosco di Courtona, dove sono nato, perché la guerra è in casa!… Bisogna recuperare la Speranza… Come si fa?… Proviamoci!… Scriverete frasi brevi, senza verbo e senza virgola, puramente nominali, che vi mettano in proporzione con il cuore dei bambini”.

Scrissero:

 

    La casa della zia a cento piani

     Il libro di Giovanni a colori

     Il motorino di quello senza fari

     Il giardino del babbo senza foglie

     Il trespolo del pappagallo a croce

     Il mestolo della nonna di legno

     La macchina del generale con le ruote bianche…

 

Ragazze e ragazzi metabolizzarono subito le frasi senza verbo e senza virgola che avevano scritto. C’è chi vide nella “zia a cento piani” la più alta delle case di moda; c’è chi vide nel “pappagallo a croce” un prete, in “quello senza fari” un’ombra, in “Giovanni a colori” il fratello antagonista di Giovanni dalle Bande Nere, nella “nonna di legno” la mamma di Geppetto, nel “generale con le ruote bianche” un pompiere di New York, nel “babbo senza foglie” un Talibano nudo che esclama: “Osama nell’alto dei cieli!”. A una ragazza nacque l’idea di fare i seguenti “Esercizi funebri”. Ricordo che il parto fu indolore. Si possono ripetere in tutte le scuole del pianeta, sperimentalmente, secondo il metodo galileiano… “Provate! Provate! Provate””, dico agli insegnanti delle altre scuole: “Se otterrete risultati concordanti, la Fantastica funziona”.

Lo schema degli “Esercizi funebri” è il seguente:

 

    1 – Riconoscere i fiori.

     2 – Problemi sulle tombe.

     3 – Cruciverba: il nonno del defunto.

     4 – Proiezione di diapositive al posto delle foto.

     5 – Distribuzione dell’acqua a flebo.

     6 – Localizzare la tomba con il computer.

     7 – Il labirinto: percorso per ritrovare il defunto.

     8 – Gioco degli orrori.

     9 – Educazione musicale: L’aria della tomba.

   10 – Giudizi formato lapide: “E’ stata a messa”, “Non è stata a messa”.

Mi auguro che il Ministro dell’Istruzione voglia trasmettere al collega americano l’idea di far fare questi Esercizi in tutte le scuole del pianeta, iniziando dall’Afghanistan.

Mo i ratti scappano… Vedrai, se non è così!”, dissi a ragazze e ragazzi.

Abbiamo continuato a congegnare la Fantastica facendo questi “Esercizi funebri” fin dopo il 2 novembre. E il laboratorio è ancora in corso. Riporto la più bella espressione di un ragazzo in toscano puro:

 

     “Il mi’ poro babbo, che ancora è vivo!”.

 

                                                                                                                                  Filippo Nibbi

 
 

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