FOGLIO LAPIS - DICEMBRE 2000

 

 

Come insegnare a leggere e scrivere? - Una questione che investe la prima e fondamentale esperienza scolastica - L'importanza che sia il bambino l'artefice dell'apprendimento - Presupposto essenziale un corretto sviluppo del linguaggio - A confronto in un'indagine condotta nelle elementari della Valle d'Aosta il Metodo Pagliarini e l'Approccio Stella

 

Imparare a leggere e a scrivere oltre ad essere un obiettivo fondamentale della scuola italiana, caratterizza la prima esperienza scolastica di molti alunni. La stessa rappresentazione sociale che ne hanno genitori e bambini, fa sì che sia la prerogativa principale della prima scolarizzazione. Solo in seguito, infatti, subentrano richieste formali prettamente scolastiche: apprendimento sistematico e impegno costante.

Leggere e scrivere, tuttavia, sono processi cognitivi assai complessi ed articolati, per molti versi autoregolati dal soggetto in una molteplicità di modi e per una varietà di scopi. Le stesse componenti percettive e motorie, che ne sono alla base, non sono in grado di esaurirli da sole. Leggere, infatti, consiste essenzialmente nell'estrarre informazioni da un testo e scrivere vuol dire progettare e produrre una varietà di testi per un'ampia gamma di scopi.

Ancor prima di intraprendere il percorso scolastico un bambino inizia a porsi delle domande rispetto alla lingua scritta e a darsi delle risposte. Lo fa a modo suo, con tempi, modi e consapevolezza non sempre costanti. In un certo senso si costruisce la sua teoria di cosa si intenda per leggere e per scrivere. Citando E. Ferreiro potremo dire che l'alfabetizzazione è possibile grazie ad un processo di concettualizzazione sulla lingua scritta da parte del bambino.

Solo in seguito, e dopo un lungo e travagliato percorso, arriverà a comprendere che ad ogni suono emesso deve corrispondere un segno scritto. Sulla base di questa consapevolezza potrà accedere significativamente al codice alfabetico convenzionale e vivere perfettamente in armonia col mondo alfabetizzato che lo circonda.

E' giusto chiederci quanto fondamentale sia il metodo adottato per insegnare a leggere e a scrivere e quanto questo possa incidere sul successo/abbandono scolastico. Ma andiamo con ordine e poniamoci due interrogativi: le abilità possedute dai bambini al loro ingresso in 1a elementare sono omogenee? al termine della 1a elementare i livelli di produzione scritta presentano differenze sostanziali?

Domande non da poco e alle quali invitiamo tutte le agenzie coinvolte nel processo educativo a riflettere. Da parte nostra intendiamo farci aiutare riportando gli sviluppi di una ricerca condotta nell'a.s. 1996-97 dalla classe V C dell'Istituto Magistrale "Regina Maria Adelaide" di Aosta, sotto la sapiente guida della prof.ssa Marica Biglieri. Oggetto di tale ricerca furono i due metodi maggiormente diffusi per l'apprendimento della scrittura in Valle d'Aosta: Metodo Fogliarini ed Approccio Stella.

Per iniziare, le ragazze hanno svolto in classe un percorso teorico sulle tematiche principali oggetto della ricerca, hanno elaborato gli strumenti d'indagine (test e questionari da somministrare ai bambini), si sono interessate a reperire un campione abbastanza rappresentativo (attraverso contatti con direttrici e maestre delle scuole a loro più vicine), hanno definito le tecniche di codifica e di analisi dei dati. A questo punto erano pronte, divise in piccoli gruppi e in due periodi differenti (novembre e maggio), a "scendere in campo" prendendo contatto diretto con gli alunni delle classi elementari.

Prima di spiegare, anche se brevemente, i due metodi e di presentare le conclusioni finali a cui sono giunte le ragazze, ci preme sottolineare la motivazione principale della loro ricerca: "la mancanza, nel nostro corso di studi, dell'insegnamento della didattica". Se non è saggezza questa?!

Il Metodo Fogliarini si avvale del procedimento sillabo-letterale, introducendo alcune varianti all'interno del metodo naturale ed è articolato in tre fasi: sincresi, analisi e sintesi. La prima fase è comune ai due approcci, in quanto nella mente del bambino si valorizza l'oggetto come esso appare nella realtà. Nell'analisi la parola è scomposta nelle sue sillabe (es: nave = na + ve) ed, infine, ricomposta nella parola che richiama l'oggetto (es: na + ve = nave). I vantaggi dell'analisi mista sillabo-letterale sono indubbi, ogni parola viene scomposta in un numero minore di elementi rispetto a quella letterale, così come la sua ri-composizione finale. Il procedimento si mostra così più rapido, più naturale e facilmente memorizzabile.

Seguendo pedissequamente il metodo si nota come anche la scrittura viene insegnata facilmente, in quanto il bambino è invitato a riprodurre in corsivo gli ideogrammi delle sillabe della parola che ritrova nel rammentatore murale.

Nell'ottica dell'Approccio Stella, più che nel precedente, il bambino è considerato il principale artefice del proprio apprendimento e tutte le sue produzioni sono accettate. Questo perché:

- l'apprendimento non è inteso come passaggio repentino da una situazione d'assenza ad una di presenza, ma come modifica successiva di fasi;

- l'apprendimento non coincide con l'intelligenza, tutti possono apprendere.

 

Le basi teoriche sono quattro:

· utilizzo di esempi negativi: il bambino confronta le sue produzioni con il modello adulto ed è in grado di riconoscerne l'eventuale distanza

· adozione del paradigma del dialogo: in contrapposizione al paradigma della trasmissione in cui il bambino è il soggetto passivo ed è, quindi, metodologicamente unidirezionale, questo si palesa come circolare per cui confrontando le proprie conoscenze si pongono le basi per apprendimenti futuri

· ruolo della ridondanza: gli indici pertinenti vengono messi in risalto rispetto agli altri

· gradualità del conflitto cognitivo: l'apprendimento è possibile solo quando ci troviamo di fronte ad una situazione nuova, ma non eccessiva, perché altrimenti non si è in grado di percepire il conflitto stesso.

 

La lettura viene insegnata seguendo due fasi:

- anticipazione: il lettore immagina ciò che vi è scritto nel testo prima di decifrarlo;

- decifrazione: si analizza il segmento scritto nelle unità che lo compongono, si identificano le parti uguali e quelle diverse.

 

Mentre per la scrittura si seguono cinque fasi:

· il bambino scrive il proprio nome e siccome sarà in grado di farlo viene messo a suo agio

· scrittura su stimolo visivo: si presentano delle figure (es: orso, coccinella) e si individua se nel bambino prevale il canale visivo rispetto a quello uditivo (es: coccinella, animale piccolo = pochi grafemi; orso, animale grande = tanti grafemi Ü canale visivo e viceversa)

· scrittura su stimolo uditivo: dettare senza sillabare alcune parole in modo da capire se e come il bambino utilizza il canale uditivo e a che stadio di sviluppo si trova il suo modello linguistico

· scrittura su stimolo visivo: presentare la figura di un oggetto ed osservare se il bambino è in possesso di sue regole stabilite (es: singolare/plurale; maschile/femminile) e come risolve queste difficoltà

· disegno e scrittura: far disegnare un oggetto al bambino ed invitarlo a fargli scrivere cosa ha disegnato in modo da verificare le sue capacità di decodificazione di una doppia consegna e la capacità di memoria.

 

Raccolti i risultati le ragazze giunsero alle seguenti conclusioni: le abilità possedute dai bambini al loro ingresso in 1a elementare sono da ritenersi tendenzialmente omogenee, mentre i livelli d'uscita non lo sono. Questo perché l'Approccio Stella favorisce l'apprendimento di un lessico più ampio, ma meno corretto e permette la costruzione di frasi più lunghe e con un maggior numero di complementi e di subordinate rispetto al primo metodo.

I risultati della ricerca non sono certamente da ritenersi scientifici (come pensiamo non lo fossero per le ragazze), così come non si è inteso assolutamente sottoporre a giudizio i due autorevoli metodi testé citati. L'aver menzionato questa esperienza scolastica non può che ritenersi uno spunto per aiutarci a riflettere, in quanto se l'apprendimento è un processo tramite il quale l'individuo è modificato, in misura più o meno definitiva dall'ambiente circostante e da ciò che egli fa, grande importanza deve essere data all'apprendimento del linguaggio. Un corretto sviluppo del linguaggio è il presupposto essenziale per l'apprendimento della scrittura.

Molte difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura sono imputabili a cause scolastiche: fare in fretta, sovraffollamento delle classi, cambiamenti d'insegnante, etc. Nella storia dell'istruzione si è assistito (e ahimè! si assiste tuttora) a fenomeni di abbandono o di insuccesso, legati spesso a questi fattori. La stessa bocciatura quante volte è stata utilizzata come strumento che maschera le difficoltà di apprendimento, permettendo al sistema scuola una scappatoia legale per non prendersene mai carico realmente?

E' essenziale rispettare le forme di ragionamento di cui il bambino è in possesso e mobilitarle al servizio dell'apprendimento. Solo in questo modo linguaggio orale e scritto diventeranno complementari.

 

Clemente Porreca

 

 

 

 

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