FOGLIO LAPIS - APRILE- 2023

 

Molti anni fa si formò nei 'pressi di Arezzo un cenacolo artistico e letterario. Si trovava in una fastosa villa in campagna. Lo animava una comunità italo-ibero-americana, piccola ma di grandissimo prestigio culturale. Il sogno di Pablo Neruda

Abel Vallmitjana con Pablo Nerud alla Fiera Antiquaria di Arezzo

a un vecchio colloquio tra Piero Greci e Filippo Nibbi:

Lo volete sapere quando è l’ultimo periodo di splendore per Arezzo? Ora ve lo racconto sul “velo”: Abel Vallmitjana era spagnolo. A Caracas dirigeva la Facoltà di Architettura. Capitò ad Arezzo, dopo che nel 1958 il Venezuela estromise dal potere Jiménez, insieme al cugino Miguel Otero Silva, l’editore di “El Nacional”, un giornale di regime.

Comperarono assieme la Villa Guillichini di Tregozzano, una bella villa con uno splendido giardino all’italiana confacente al fasto nel quale vivevano Abel e la moglie Clarissa. Subito mi piacque, mi ci trovavo bene, s’andava a vedere il circo a Giovi, i saltimbanchi ci incantavano! Era un grande musicologo, aveva capacità creative nella scultura ed era esperto di cinematografia.

Gli piaceva condurre splendidamente l’esistenza, ma da dove traesse i suoi proventi, nessuno lo sapeva, neanche io, che avevo frequentazione libera della sua casa, giorno o notte che fosse. Qui, si era costituito un cenacolo di campionatura umana estremamente brillante. Gli amici erano Rafael Alberti, Jorge Luis Borges, Pablo Neruda. Una volta a tavola mi trovai perfino con lui”…

Ben presto la villa divenne uno dei circoli culturali più importanti di Arezzo, frequentata dai pittori Dario Tenti, Orlando Cavallucci e i fratelli Francesco e Mario Caporali, più lo scrittore Silvano Zoi… E siamo alla Pasqua. In piazza San Francesco. Al “Caffè dei Costanti”. In vetrina, un enorme uovo di cioccolata inchioda tutti a guardarlo. Pablo Neruda lo vuole… I gestori del locale dicono “no”! ... Non glielo possono dare!...

I quattro pittori sopracitati, fondatori della Galleria d’arte moderna “L’incontro”, poterono organizzare mostre a Caracas e Merida nel 1959 … Neruda prende una bizza!... Vuole l’uovo!... Quello!... Così enorme!... In raccoglimento, davanti a tutta la cioccolata dell’America Latina, cantò:

Volevo essere un uovo
Persona col guscio
Riparata in una vita
Che si tocca allungando le dita
Per noi bisognosi
Di pianeti con pareti…

Volevo essere un uovo
Persona col guscio
Anima a doppio fondo
Nello stesso istante
Abitante e mondo…

E’ il fallimento di maggior successo di Neruda

 

                                                                      Filippo Nibbi           

 

 


                                           

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