FOGLIO LAPIS - APRILE- 2023

 

Arrestato Matiullah Wesa, l'educatore che si batte per il diritto femminile all'istruzione. Dopo le promesse iniziali di un approccio più blando al tema dell'istruzione femminile, il governo a guida talebana ha nuovamente corretto il tiro

 

Aveva appena terminato la sua preghiera e stava lasciando la moschea quando alcuni uomini armati lo hanno afferrato e invitato a salire in un'auto. Alla richiesta che almeno gli mostrassero i documenti lo hanno percosso, poi lo hanno portato via. Così è stato arrestato a Kabul Matiullah Wesa, leader di un'organizzazione, denominata PenPath 1, che si batte da sempre per la liberalizzazione del sistema educativo in Afghanistan, in particolare contro l'assurdo e antistorico divieto che impedisce alle donne di frequentare la scuola secondaria.

É stato i fratello di Wesa, Samiullah, a informare dell'accaduto l'agenzia francese AFP, che ha diffuso la notizia. Sono ormai quasi due anni che successivamente al ritiro dei contingenti occidentali l'Afghanistan è nuovamente guidato da un governo a guida talebana. Inizialmente i nuovi governanti avevano assicurato che le dure politiche riguardo la posizione della donna nella società, che erano state praticate nella prima fase del dominio talebano fra il 1996 e il 2001, sarebbero state ammorbidite.

Ma così non è stato, i diritti dell'altra metà del cielo sono stati gradualmente ridotti, soprattutto in materia di istruzione. Secondo una dichiarazione del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, i talebani “hanno escluso le donne dalla vita pubblica”. Di fatto l'Afghanistan è l'unico paese al mondo in cui la pubblica istruzione è sottoposta a limiti di questa natura. Contro questa situazione si registrano proteste in molte parti del paese, per esempio affollati cortei di donne che reclamano i loro diritti, e l'attività di persone come Matiullah Wesa.

La sua organizzazione agisce sia distribuendo clandestinamente volantini in cui vengono illustrate queste violazioni del diritto elementare all'istruzione, sia spiegando la situazione agli anziani dei villaggi, con una particolare insistenza sui danni che la mancata formazione femminile può arrecare alla società afghana. Si sottolinea anche la perfetta compatibilità, che i talebani negano ostinatamente, fra gli insegnamenti coranici e l'istruzione delle donne. Qualche giorno fa Wesa ha salutato l'apertura del nuovo anno scolastico con queste parole: “Noi contiamo le ore, i minuti e i secondi che ci separano dall'apertura delle scuole per le ragazze”. Purtroppo l'attesa rischia di prolungarsi oltre ogni limite.

                                                                      v. a.           

 

 


                                           

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