FOGLIO LAPIS - APRILE- 2023

 

Si è svolto recentemente a Cadice il Congresso internazionale della lingua, l'evento triennale che riunisce i rappresentanti dei paesi ispanofoni. Al centro dell'attenzione la diffusione della lingua spagnola negli Stati Uniti

 

Nonostante i tentativi di repressione e discriminazione, e soprattutto nonostante il fatto che più della metà degli immigrati ispanici di terza generazione non conosce la lingua dei nonni, lo spagnolo è parlato oggi come lingua materna dal dodici per cento dei cittadini americani. Ma secondo le proiezioni questo dato è destinato a crescere vertiginosamente. Si calcola infatti che a metà secolo gli americani ispanofoni saranno 138 milioni. É quanto ha riferito Kim Potowski, che occupa la cattedra di linguistica ispanica alla Illinois University di Chicago, parlando al congresso internazionale della lingua che si è celebrato recentemente a Cadice. Si tratta di un evento che ogni tre anni riunisce i rappresentanti dei paesi ispanofoni attorno ai temi relativi alla diffusione della loro lingua e più in generale al suo “stato di salute”.

Luis Garcia Montero, direttore dell'Instituto Cervantes (il corrispondente per la lingua spagnola si quello che è la Società Dante Alighieri per l'italiano), ha sottolineato il profondo significato dell'insegnamento e dell'apprendimento linguistico: non si tratta soltanto di insegnare un vocabolario e una grammatica, è la creazione di una coscienza critica, cioè dell'elemento fondamentale per studiare le diversità all'interno dell'unità. Bisogna partire dal presupposto, precisa Garcia Montero, che le nostre lingue non sono immobili, sono tutt'altro che strutture unitarie bloccate, Sono invece costruzioni vive, in movimento, che interagiscono non solo con le varianti nazionali ma anche con gli altri idiomi. Perché “mantenere l'unità è stupendo, ma rispettare le diversità è necessario”.

Questo rapporto fra varianti locali e diversità è particolarmente significativo per la lingua castigliana, che come si sa è parlata oltre che in Spagna in alcune decine di paesi americani scaturiti dalla dominazione coloniale spagnola. Al congresso di Cadice, la cui più recente edizione avrebbe dovuto svolgersi ad Arequipa in Perù ma è stata spostata in Spagna per via delle turbolenze che in questo periodo agitano il paese andino, ha presenziato il re Felipe VI con la regina Letizia.

Si è parlato anche di digitalizzazione, di interventi di recupero post-pandemia, dell'intelligenza artificiale e delle sue ripercussioni sui destini della lingua spagnola e delle lingue in generale.


                                                                      r. f. l.           

 

 


                                           

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