FOGLIO LAPIS - APRILE- 2023

 

Alle differenze strutturali fra Nord e Sud corrisponde, secondo le statistiche SVIMEZ, un netto divario nelle cifre sulla dispersione scolastica. Il caso limite dell'area di Napoli. Il problema delle mense nella primaria e il ruolo del PNRR

 

Tre punti che penalizzano l'Italia: in materia di dispersione scolastica il nostro sistema educativo ha registrato nel 2021, secondo i dati SVIMEZ, l'ente che studia le condizioni economiche e sociali del Mezzogiorno, un tasso del 12,7 per cento contro il 9,7 dell'Unione Europea nel suo insieme. É naturalmente significativo anche il divario che ci separa dai paesi più simili al nostro per dimensioni e coordinate socio-economiche: per esempio la Francia ha registrato una dispersione al 7,8 per cento mentre la Germania, con l'11,8, si avvicina di più ai valori italiani.

Ma questo non è tutto. Se andiamo ad analizzare quel 12,7 per cento, scopriamo che si tratta della media fra situazioni territoriali molto differenziate: in effetti la dispersione, che nelle regioni del Centro-Nord si ferma al 10,4 per cento, cioè abbastanza vicino alla media europea, raggiunge nel Sud il livello del 16,6 che supera persino il 15,3 registrato dalla Romania, che guida la classifica dei paesi membri dell'Unione europea con la maggior quota di abbandoni scolastici.

Ovviamente tutto questo non significa certo che i bambini e i ragazzi del Sud sono meno dotati dei loro coetanei del Nord: è chiarissimo che un esito così nettamente diversificato discende da profonde differenze strutturali. Per dirne una, la mancanza di mense negli istituti dell'istruzione primaria, problema che del resto riguarda anche le scuole del Nord ma nel Sud è letteralmente massiccio. Il confronto è eloquente: se gli alunni delle elementari privi di servizio mensa sono meno della metà nelle regioni centrali e settentrionali, la quota sfiora l'80 per cento nelle scuole del Mezzogiorno e delle isole.

Si tratta di un dettaglio molto importante: niente mensa significa niente tempo pieno, niente scuola pomeridiana, e senza tempo pieno è impossibile assicurare agli alunni la stessa assistenza fornita a chi può permettersi la pausa pranzo. Con questa realtà di fatto la rincorsa a una media meno inaccettabile in materia di dispersione scolastica si fa davvero difficile. Oltre che dalla dispersione, più in generale il Sud è penalizzato da una scarsa frequenza.

Particolarmente negativa la situazione nell'area metropolitana di Napoli, dove su circa 77 mila alunni tenuti all'obbligo scolastico oltre quattromila hanno registrato lo scorso anno scolastico un livello di assenze compreso fra il 25 e il 50 per cento delle ore di lezione, mentre 831 addirittura non si sono mai presentati a scuola. Ovviamente questa realtà presenta ripercussioni sociali che non si limitano certo a un'istruzione insufficiente: infatti la malavita organizzata è in agguato, pronta a servirsi di manodopera minorile a buon mercato per i furti e soprattutto lo spaccio di droghe.

Per affrontare una situazione così complessa c'è ora la disponibilità dei fondi europei destinati a finanziare il Piano nazionale di resilienza e ripresa (PNRR). Si tratta di finanziare progetti di risanamento degli edifici scolastici e la costruzione di mense e palestre. Ma com'è noto l'uso di quei fondi è seriamente ostacolato da ogni sorta di lentezze burocratiche e di riserve personali, non ultima quella di numerosi dirigenti d'istituto che si mostrano riluttanti a impiegare i finanziamenti pubblici nel timore di doverli poi restituire! Insomma la strada sarà lunga, ma auguriamoci almeno che venga imboccata.

                                                                      f. s.           

 

 


                                           

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