FOGLIO LAPIS - APRILE- 2022

 

I temi educativi, che pure coinvolgono l'opinione pubblica francese, sono apparsi in secondo piano nella lunga campagna che ha preceduto il voto presidenziale. Niente altro che un catalogo di promesse, senza una chiara visione

 

Destra o sinistra fa poca differenza: i dodici candidati che si sono presentati al voto per il rinnovo della massima carica della Repubblica francese, a cominciare dai due che hanno raggiunto il ballottaggio, il presidente Emmanuel Macron e la controversa rappresentante nazionalista Marine Le Pen, hanno dedicato alla scuola e ai molti problemi che l'affliggono niente altro che parole di circostanza e vaghe promesse. La cosa è tanto più singolare se si considera che i temi educativi sono seguiti con una certa partecipazione dal pubblico francese. Secondo quanto rivela un'attenta analisi scaturita da una “tribuna” del quotidiano parigino Le Monde, è mancata una diagnosi del malessere scolastico, l'indicazione precisa dei possibili rimedi, insomma quella visione d'insieme richiesta dalla nevralgica importanza sociale del tema.

Eppure tutti i candidati avevano diligentemente inserito la scuola nelle loro linee programmatiche. Ovviamente con le tradizionali differenze a seconda delle posizione politica: come sempre a destra si guarda al passato e s'insiste sul rigore e sul merito, a sinistra si punta sull'innovazione e si sottolinea la necessità di correggere le disuguaglianze sociali. Tutti più o meno hanno promesso remunerazioni maggiori per i docenti, tutti hanno proclamato la necessità di una riforma dell'insegnamento. Ma sui contenuti di questa riforma, buio fitto o affermazioni banalmente generiche. Quali problemi l'auspicata riforma dovrebbe risolvere? Nessuno ha saputo dare una risposta articolata a questa domanda.

É stata una campagna elettorale dai toni aspri, tuttavia gli studiosi interpellati da Le Monde registrano in materia di scuola un tratto distintivo che accomuna i candidati indipendentemente dalla loro affiliazione politica: tutti trascurano di considerare, ignorandola o aggirandola, la questione essenziale dell'apprendimento. I temi fondamentali che quasi quotidianamente animano il dibattito in materia di istruzione, le aspettative delle famiglie e degli studenti in fatto di inserimento professionale, il rapporto fra gli apprendimenti scolastici e le informazioni fornite dalla rete: tutto questo è stato praticamente ignorato.

Superficialità, questa la definizione appropriata per una classe politica che nel momento stesso in cui promette radicali cambiamenti, implicando così che la scuola è oberata da gravi difficoltà, non esplicita la natura di queste difficoltà o si limita a qualche elemento marginale.

                                                                      r. f. l.           

 

 


                                           

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