FOGLIO LAPIS - APRILE- 2020

 

La sospensione delle attività didattiche, con milioni di ore perdute, è una delle misure inevitabili per frenare la diffusione dei contagi – Il sistema ha reagito cercando di conservare per via telematica il rapporto fra docenti e alunni – Ecco come saranno organizzati la chiusura di questo anno scolastico, con relativi esami, e l'avvio del successivo

 

Di fronte alla formidabile sfida dell'epidemia che sta infierendo nel mondo intero, la scuola italiana ha cercato di non arrendersi. É vero che le attività didattiche sono state sospese con decreto governativo, mossa indispensabile per salvaguardare i nostri figli dal contagio, ma è anche vero che il sistema ha immediatamente reagito cercando di garantire il massimo possibile di continuità attraverso la didattica a distanza. Ha funzionato, non ha funzionato? Certo, nulla può sostituire il contatto diretto fra docente e alunno, ma che cos'altro si poteva fare? Inoltre l'efficacia del sistema è ostacolata dal fatto che non tutte le famiglie hanno a disposizione gli strumenti tecnologici necessari, e questo induce a riflessioni sconsolanti a proposito di equilibri sociali. In altra parte di questo periodico Clemente Porreca illustra i caratteri e la storia della didattica a distanza: qui ci preme sottolineare come la dolorosa esperienza dell'epidemia abbia rilanciato il ruolo delle tecnologie informatiche e telematiche che nella circostanza si sono rivelate, nonostante i limiti cui abbiamo accennato, semplicemente indispensabili.

Quando il coronavirus sarà finalmente un brutto ricordo, proprio questo resterà della nostra involontaria esperienza: l'immediato ricorso del sistema scolastico, di fronte alla perdita di milioni di ore di lezione tradizionale, al solo strumento in grado di compensare almeno in parte il vitale rapporto fra docenti e discenti. Ecco la classe costretta all'isolamento domestico che si ricompone come per incanto, purtroppo non sempre al completo, su uno schermo davanti all'insegnante. Ecco i ragazzi sprovvisti di computer, tablet o smartphone ospitati nelle case dei compagni più attrezzati. Manca l'aula, ma non la presenza virtuale, ci sono l'impegno e la passione dei docenti, della scolaresca che pure è stata fisicamente dispersa dalle misure di contenimento dell'epidemia.

Che dire di questo anno scolastico segnato dalla pestilenza? In ogni caso tutti gli studenti saranno ammessi all'anno successivo, anche chi avrà registrato voti insufficienti nel primo quadrimestre. E gli esami? Come gestire gli esami finali delle due scuole secondarie, le cui scadenze normali si avvicinano? É stata fissata una data spartiacque, il 18 maggio. Se entro quel giorno la sospensione didattica sarà finita, e gli studenti saranno tornati in aula, gli esami si terranno a giugno in forma semplificata, Per la secondaria di primo grado, la vecchia scuola media per intenderci, saranno eliminate una o diverse prove, e il voto finale terrà conto del percorso scolastico. Per quanto riguarda la maturità, alla quale tutti indistintamente saranno ammessi, la prova scritta di italiano si svolgerà il 17 giugno, con temi scelti per tutti a livello nazionale. L'argomento e lo svolgimento della seconda prova scritta saranno invece di competenza delle singole commissioni d'esame. Successivamente si faranno le prove orali.

Purtroppo sono in pochi a credere all'ipotesi su cui si basa questo schema, cioè un ritorno alla normalità prima del 18 maggio. Lo scenario più verosimile è evidentemente il secondo: sospensione fino alla fine dell'anno scolastico, l'attività limitata all'insegnamento a distanza. In questo caso per la secondaria di primo grado l'esame sarà sostituito da una tesina e da una valutazione complessiva dell'apprendimento individuale. E veniamo alla maturità, sempre aperta a tutti: niente esami scritti, né la prima prova tradizionale d'italiano né la seconda, quella che varia a seconda del tipo di istituto. Tutto si ridurrà a un unico esame orale, un colloquio ad ampio spettro tematico, davanti a una commissione composta da membri interni e presieduta da un esterno.

Oltre che regolare la chiusura di questo anno scolastico, il decreto governativo preparato dalla ministra Lucia Azzolina si occupa del riavvio autunnale dell'attività. E se la pandemia si protraesse fino ad allora, magari in forma attenuata ma non fino al punto di poter rischiare la salute dei nostri ragazzi riempiendo di nuovo le aule? In questo caso le lezioni riprenderanno online. Ma sia pur considerando il bilancio relativamente positivo che la didattica a distanza ha fatto registrare in queste settimane di emergenza, speriamo proprio che non ce ne sia bisogno.

                                                                      r. f. l.           

 

 


                                           

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