FOGLIO LAPIS - APRILE - 2018

 
 

Giochiamo con le parole, e le parole ci giocano, perché non sono nate per significare soltanto quel che vogliono dire – Quella volta che un gruppo di bambini incontrò un coetaneo di nome Gesù, capace di modellare piccoli esseri alati che poi prendevano il volo, di far scaturire l'acqua dalla roccia, di garantire una pesca sovrabbondante – Un aiuto davvero prezioso nella bottega del padre falegname

 

E però tu te n’andrai prima…
(Boccaccio Dec. g. IX n. 1)
perocché perone, osso laterale della gamba, è peronèo, che è connesso al perone…
È nel gioco l’inteligenza segreta, dialettale, dilettantesca, delle parole. Quando giochiamo con le parole, le parole ci giocano. Ecco!... Basta saltabeccare Però come un passero e siamo già piombati a piè pari in un mondo parallelo, sorridente: un mondo alla Lewis Carroll dove, dietro lo specchio, le cose (le parole) sembrano ancora ma non sono proprio così… prive di qualunque nesso…
– “Ma se son prive di qualunque nesso / perché le scrive / quel fesso?” (Aldo Palazzeschi)…
Come i bambini fanno i poeti che delle parole curano la manutenzione, ripassandole a volte nell’officina del nonsenso, come meccanici che fanno girare i motori a vuoto sul ponte mobile per capire come funzionano e perché li trovano così belli…
Sentite cosa dicono in proposito gli Armeni… (Abbiamo camminato apparecchio!... Però si trova, per caso, in Terra di Canaan?):
Gesù, durante il soggiorno nella Terra di Canaan va a sedersi in mezzo a un gruppo di bambini della sua età:
– Perché ve ne state in silenzio? Che cosa avete in mente di fare?
– Niente, – risposero i bambini.
Gesù disse: – Chi conosce qualche gioco?
I bambini dissero: – Noi non sappiamo fare nulla.
– State attenti qui tutti, allora. Guardate! – disse Gesù.
E presa in mano dell’argilla ne fece un passero, soffiò e quello volò via.
Allora disse: – Levatevi; venite ad acchiappare questo passero!
Ma essi stettero a guardare stupefatti…
È un tocco di straordinaria modernità…
Eccolo infine venire più volte in aiuto del frastornato Giuseppe, che non di rado sbaglia le misure dei suoi lavori di falegname; e a lui basta appena tirare l’asse tagliata più corta del giusto, perché tutto quadri e si assesti; mentre Giuseppe se lo sbaciucchia grato e felice.
Ma questo Gesù è peggio di Pinocchio… Proprio incorreggibile!
E pochi istanti dopo, con quella stessa argilla, si mette a fabbricare vespe, zanzare. Riempie le città di Però (… quanto è arida Però!). Le aizza contro i suoi piccoli amici…
– … Pesce d’aprile!?...
Un altro giorno Gesù andò a cercare i bambini nel luogo dove erano riuniti e disse loro: – Venite, andremo in una località lontana e là daremo la caccia agli uccelli, per catturarli.
Essi dissero: – Sì, – e levatisi andarono in una località famosa, nella pianura…
…Però!
Vi si trattennero l’intera giornata, ma non riuscirono a prendere uccelli. Era un giorno d’estate, e il calore torrido dell’atmosfera li infastidiva estremamente. Vedendo questo, Gesù ebbe pietà di loro e tenendogli la mano li rinfrancò e disse: – Levatevi, non temete! Andremo verso quella grande rupe che è di fronte a noi, e ci riposeremo alla sua ombra. Ma quando si furono avviati e giunsero al punto indicato, essi non potevano più sopportare la violenza del caldo, e molti di quei piccoli innocenti caddero come morti, senza fiato, e guardavano Gesù con gli occhi sbarrati.
Allora Gesù, levatosi, si tenne ritto in mezzo a loro e con una bacchetta percosse la rupe, e immediatamente da quella rupe scaturì una sorgente d’acqua abbondante e deliziosa, che dissetò tutti. Questa sorgente esiste ancora oggi…
E come Gesù stese la mano sull’acqua, vi comparve una grande quantità di pesci. Egli ordinò ai bambini di prenderne, ed essi presero numerosi pesci. Poi raccolsero dei rami, e quei rami si accesero, senza fuoco. Essi arrostirono i pesci, li mangiarono, e furono sazi. Presero ancora numerosi pesci e tutti se ne tornarono a casa e raccontarono i prodigi compiuti dal loro poeta…

Eh sì!... C’era un’altra vita del linguaggio, ignorata da quelli pervicacemente convinti della trasparenza utilitaria del lessico, persuasi che le parole servano solo per dire quella cosa lì. I giochi di parola, come le barzellette sembrano non essere stati inventati da nessuno, come se appartenessero a un fondo antropologico, addirittura preesistente alla comunicazione: il neonato gioca felice con la lattazione: ma-ma, ba-ba… Ah!... Però!... Sono quei poveri illusi  dei genitori che pensano stia chiamando loro.

Il binomio fantastico è:

Passero

Passera di mare

  • Passerà la passera stamani?

                                         Filippo Nibbi 

    


                                                  

 
 

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