FOGLIO LAPIS - APRILE - 2014

 
 

I quindicenni italiani non eccellono certo nelle graduatorie internazionali in materia di matematica, scienza e capacità di lettura, ma trovano la loro rivincita nella capacità di risolvere problemi concreti – É quanto risulta da una nuova indagine condotta dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico  - Ancora una volta si piazzano in testa i ragazzi asiatici, mentre il nostro paese si aggiudica il sesto posto in Europa

 

Finalmente una statistica internazionale che colloca i nostri ragazzi al di sopra della media. Si tratta di un'indagine collegata alla ricerca PISA (Programme for International Student Assessment), organizzata periodicamente dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per valutare i rendimenti scolastici in una sessantina di paesi attraverso test sottoposti ai quindicenni. Mentre il PISA si applica alle conoscenze in fatto di matematica e scienze e alla padronanza della lettura, questa indagine esamina le capacità di problem solving, cioé l'attitudine a risolvere i problemi pratici che si presentano nella vita di tutti i giorni. Si tratta in pratica di valutare le ricadute concrete del bagaglio teorico assimilato in famiglia e a scuola. Per esempio si presenta al ragazzo una quantità di materiale informativo in materia di biglietti ferroviari invitandolo a trovare la soluzione più economica per un dato viaggio.

All'indagine sul problem solving hanno partecipato quarantaquattro paesi: la graduatoria che ne consegue è abbastanza diversa da quella relativa alla teoria, e decisamente migliore per i ragazzi di casa nostra. É vero che ancora una volta sono i paesi asiatici a dominare la scena, con Corea, Giappone e Cina ai primissimi posti. Ma per quanto riguarda i paesi occidentali ci sono differenze significative. Una di queste riguarda appunto l'Italia, che viene collocata sistematicamente al di sotto della media quando si tratta di valutare la perizia scientifico-matematica e la capacità di lettura, ma balza invece al di sopra in materia di attitudini pratiche. Come solutori di problemi, i nostri ragazzi sono sesti in Europa dopo Finlandia, Gran Bretagna, Estonia, Francia e Olanda, bel al di sopra dei loro coetanei tedeschi, americani, belgi, austriaci, che pure son a loro volta al di sopra della media.

Insomma i quindicenni italiani sono senz'altro mediamente un po' somari in matematica, scienze e lingua, ma sanno cavarsela piuttosto bene nella vita. Alle loro deficienze teoriche fa riscontro una buona attitudine pratica. I ricercatori OCSE segnalano che ancora una volta ci sono sensibili differenze regionali, con i ragazzi del Nord ai primi posti nel mondo. Inoltre si registra in Italia una certa differenza a vantaggio dei maschi, che è invece poco significativa nella media internazionale. Si fa anche notare che le capacità misurate dai test sul problem solving sono essenziali per il futuro dei nostri ragazzi, in particolare per la loro possibilità di competere nella ricerca di lavori appaganti e di responsabilità. D'altra parte tutto questo non deve indurci a trascurare l'importanza di un buon bagaglio di conoscenze, che alla fine è proprio ciò che fa la differenza.

                                         r. f. l. 

    


                                                  

 
 

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