FOGLIO LAPIS - APRILE 2004

 
 

É nato appena sette anni fa e sta dilagando nel mondo intero - Nello spazio di libertà totale garantito dalla natura di internet, il blog offre illimitate possibilità espressive - A spiegarne il successo e la diffusione c'è anche un'altra caratteristica, il fatto che può essere aperto a contributi esterni acquisendo una funzione di estrema importanza: luogo d'incontro delle opinioni e di scambio delle idee - La grande novità è una facoltà comunicativa libera da ogni vincolo

 

La Rete sta divenendo sempre di più un medium in grado di modificare i comportamenti sociali e di influenzarne i codici linguistici utilizzati. E’ questo il caso dei blog. La loro data di nascita si presenta piuttosto controversa, secondo alcuni i natali risalgono al 1997 ed il loro luogo d’origine gli USA. Ma quello che più conta è che da quel momento si è innescato un vero boom di appassionati in tutto il mondo, fino a farlo divenire un vero e proprio fenomeno di massa ancora poco studiato e compreso appieno.

Il termine weblog deriva dall’unione di due termini inglesi web=rete e log=registro, di qui la contrazione in “blog”, ormai così diffusa. Ma che cos’è un blog? E’ uno spazio sul web, una sorta di sito personale all’interno del quale l’autore (blogger) può esprimere le proprie idee e le proprie “visioni del e sul mondo”.

La mancanza di una struttura rigida, dove incasellare i propri pensieri, apre la strada ad un tipo di scrittura libera, tanto apprezzata soprattutto dai più giovani. E’ per questo che di blog ne abbiamo di diversi tipi, che vanno dal diario personale, a quelli di taglio giornalistico, di approfondimento, di viaggi, di letture, etc. Ma, a nostro avviso, ogni tentativo di racchiuderli in una pseudo categoria li snatura e non rispecchia le caratteristiche specifiche del fenomeno. Essi sono innanzitutto dei CMS (Content Management System), ossia degli strumenti di gestione dei contenuti e, per questo, aperti alla possibilità di inglobare qualsiasi argomento.

Ulteriore elemento in grado di aiutare a spiegare il loro grande successo è la facilità con cui i contenuti possono essere pubblicati on-line. Infatti, è sufficiente richiedere a siti specializzati quali www.blogger.com o www.splinder.it la sottoscrizione a uno spazio virtuale per il proprio blog e, senza alcuna conoscenza di programmazione specifica, ma con pochi click di mouse, ci troveremo di fronte ad un ambiente con le impostazioni di procedura facilitata che ci aiuterà a scegliere un template grafico, fra i numerosi predefiniti, e ad impostare l’URL del nostro blog. A questo punto, come se scrivessimo con uno dei comunissimi word-processor, saremo pronti a comunicare in uno spazio senza limite. La pubblicazione on-line è immediata, in tempo reale e si può anche optare per l’apertura del proprio spazio a più utenti o offrire la possibilità di commentare i nostri messaggi a tutti o ad un gruppo ristretto di visitatori.

Ultimamente vanno diffondendosi piattaforme digitali in grado di arricchire i blog personali con foto e presto ciò sarà disponibile anche sui cellulari. E’ recente, infatti, l’annuncio della Nokia del sistema Lifeblog, in grado di custodire su di una piccola rete internet personale le foto scattate dal proprio telefonino.  Anche la Microsoft non sta a guardare e si prepara a lanciare Life Bits: macchinetta fotografica, che portata al collo, scatta da sola immagini ad intervalli programmati.

Se tramite il blog la possibilità di comunicare è offerta a tutti, svincolandola dalla ricerca di guadagno, la grande rivoluzione ci sembra risiedere nella condivisione della conoscenza e nella partecipazione collettiva ad una ricerca di senso.

Il blogger, visto come autore ed editore di se stesso, ci sembra pervaso dal bisogno di sentirsi libero di esprimere la propria opinione e di esternare le proprie emozioni e la presenza, forse anche di un solo lettore, aiuta a giustificare l’esistenza di un testo in Rete, soprattutto se in grado di trasmettere un fremito ed uno stimolo alla riflessione.

 

                                                             Clemente Porreca

 

 

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